Nuova Tenuta sull’Etna per Tommasi. La famiglia veneta, che nel 2022 festeggia il 120° anniversario dalla fondazione, ha acquisito a Linguaglossa 15 dei 60 ettari vitati di Tenuta Chiuse del Signore, compresa la cantina di 1.500 metri quadrati semi interrata, con sette stanze per la vinificazione e l’affinamento dei vini Etna Doc Bianco ed Etna Doc Rosso.
L’operazione è stata finalizzata grazie all’accordo con la storica famiglia di albergatori di Taormina Bambara-De Luca, guidata dai coniugi Isabella Bambara e Sebastiano De Luca, assieme ai figli Sergio e Stefania.
Tenuta Chiuse del Signore è infatti parte integrante del patrimonio del gruppo Gais Hotels, che ha completato la realizzazione della parte enologica meno di 10 anni fa, nel 2015.
Grandi protagoniste della Tenuta, che prende il nome da contrada Le Chiuse del Signore, sono le viti di Nerello Mascalese e Carricante. Consentiranno a Tommasi di rendere ancora più accattivante il proprio portafoglio di vini di qualità, distribuiti in oltre 70 Paesi del mondo.
PIETRACANNONE, L’ASSO NELLA MANICA DI TOMMASI A CHIUSE DEL SIGNORE
È possibile scommettere sin d’ora su quello che potrà essere uno dei “nomi di fantasia” delle nuove etichette. Sul posto si trova infatti un’enorme masso in pietra lavica, noto come Pietracannone (Petra o’ cannuni in dialetto siciliano). Una pietra dalla forma simile a un cannone, con tanto di foro centrale (nella foto di copertina). La stessa dà il nome a uno dei vigneti, impiantato nel 2001.
Tutt’attorno, un contesto naturalistico mozzafiato, inframmezzato da punti panoramici sul mare di Taormina e sentieri tra i boschi, frutteti e oliveti, non lontano dal castello noto come “Villa Nicolosi”. Con quest’ultima acquisizione diventano 780 gli ettari vitati sotto il controllo della famiglia Tommasi.
Prima dell’operazione che ha interessato Tenuta Chiuse del Signore erano sette le tenute vitivinicole, in sei regioni: Tommasi (Veneto), Tenuta di Caseo (Oltrepò pavese, Lombardia), Casisano a Montalcino e Poggio al Tufo in Maremma (Toscana). E ancora: Masseria Surani in Puglia, Paternoster in Basilicata e una partnership nel Chianti Classico con La Massa.
Il tutto in attesa di un altro progetto in Umbria, la cui inaugurazione dovrebbe avvenire nel 2023. Completa il quadro il progetto culturale e vitivinicolo De Buris, legato al territorio della Valpolicella Classica, al recupero di Villa De Buris e all’Amarone Classico doc Riserva.
NUOVA TENUTA SULL’ETNA PER TOMMASI: I COMMENTI
«Da 120 anni – commenta il presidente Dario Tommasi – abbiamo l’ambizioso obiettivo di raccontare l’Italia attraverso le sue eccellenze vitivinicole e di esserne stimati ambasciatori in tutto il mondo».
L’Etna rappresenta oggi uno dei territori più interessanti e stimolanti sia dal punto di vista della produzione che di mercato. Siamo orgogliosi di poter aggiungere al nostro portfolio questa denominazione alle altre che già rappresentiamo, come Valpolicella Classica, Lugana, Montalcino e Vulture».
«Conosciamo la famiglia Tommasi da tempo – aggiunge Isabella Bambara – e apprezziamo la loro unione familiare. Coniugando laboriosità e competenza, ha raggiunto traguardi importanti che vanno ben oltre la Valpolicella Classica».
«La famiglia Tommasi, come la nostra, ha sempre avuto la vocazione all’accoglienza e all’ospitalità. Ci siamo trovati immediatamente sulla stessa lunghezza d’onda – conclude – con una visione comune di valorizzazione del territorio e delle sue ricchezze. Questa collaborazione, sono certa, darà ulteriore lustro all’Etna e a tutto il comparto enoturistico».
® Riproduzione riservata
sostieni winemag.it
Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.
Dello stesso autore
- L’Oltrepò di Bosco del Sasso: il primo Pinot Nero Metodo classico è Lunaria
- Collio Bianco vino da uve autoctone? «Modello Barolo, non Sassicaia»
- Migliori Vernaccia di San Gimignano a Regina Ribelle 2024
- Granaccia, momento d’oro per il rosso della Liguria: la top 15
- L’ira del Cervim, escluso dai mercatini di Natale di Aosta
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.