(5 / 5)Non poteva ascegliere nome migliore Domaines Paul Mas per il suo blend di Sauvignon Blanc, Picpoul, Viognier e Chardonnay. Di fatto, Vignes de Nicole L’Assemblage Blanc non è solo il risultato di un riuscitissimo concerto d’uvaggi. Bensì l’unione, che oseremmo definire “artistica”, di profumi e sapori difficili da reperire – tutti assieme – in un’unica bottiglia. Paul Mas è riuscito con L’Assemblage Blanc a dare vita a un vino fragrante. Quasi da mordere, più che da bere. Un ossimoro enogastronomico, insomma. Il cui successo è dovuto soprattutto ai tre mesi di fermentazione in botti di quercia che subiscono due dei quattro uvaggi, Viognier e Chardonnay. La pennellata finale, su un quadro di per sé suggestivo. Di colore giallo paglierino intenso, con leggeri riflessi verdolini, L’Assemblage Blanc esprime in verità un naso non elevatissimo di frutta matura a polpa bianca (pera), nonché di frutta esotica come banana e papaya. Si avverte una buona mineralità, dovuta soprattutto ai terreni calcareo-argillosi della Vallée de l’Hérault, dove i vigneti godono tra la l’altro di uno speciale microclima, quello del Pays d’Oc, altrimenti noto come Occitania, Francia meridionale. Al palato, le sensazioni minerali si fondono con quelle di frutta esotica. Si scopre così nuovamente la papaya, il frutto della passione, la banana e la pera matura, che si mescolano (ecco la sorpresa) a sentori di frutta candita e uva sultanina, che contribuiscono al concretizzarsi di reminiscenze di panettone, il dolce tipico di Milano. Il finale è lungo, fresco, elegante, di spezie e ribes. Pacatamente e piacevolmente astringente. Vignes de Nicole L’Assemblage Blanc dei Domaines Paul Mas si accompagna alla perfezione con piatti a base di molluschi, di pesce grasso (salmone), col sushi giapponese nonché a secondi di carne bianca come pollo e maiale.
Prezzo pieno: 5,69 euro
Acquistato presso: Esselunga
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia.