Terroirs Originels: sei vini di cinque vignaioli indipendenti, con la Borgogna nel cuore

Il progetto su Chardonnay e Gamay che accomuna 21 vigneron artisan: gli assaggi con punteggi

Terroirs Originels: sei vini di cinque vignaioli indipendenti, con una filosofia comune

«Vignaioli indipendenti, con una filosofia comune». Così amano raccontarsi i vigneron artisan di Terroirs Originels. Un’unica bandiera per quella che si autodefinisce «l’élite dei viticoltori» della Côte Beaujolaise e della Côte Mâconnaise. Gente che, da quasi 20 anni, condivide «una visione artigianale del mestiere».

«Ogni viticoltore è indipendente – spiegano i 21 vignaioli aderenti a Terroirs Originels – e pone al centro del suo pensiero la valorizzazione dei terroir e del savoir faire». Un team che abbina esperienza e giovani di ottimo prospetto, pronti a crescere sotto l’ala dei fondatori.

LA FILOSOFIA DI TERROIRS ORIGINELS

Idee molto chiare anche sul fronte pratico, come solito in terra di Francia. Fanno parte del gruppo solo piccole aziende che curano al 100% il processo produttivo. Dalle vigne di proprietà, alle pratiche di cantina.

Solo due le varietà ammesse, una a bacca bianca e l’altra a bacca rossa: Chardonnay e Gamay Noir. L’obiettivo è infatti quello di «rispettare l’equilibrio ecologico dei terreni e dei vitigni della Borgogna meridionale».

Un puzzle completo, che comprende tutte le Appelations della Côte Beaujolaise e della Côte Mâconnaise. Terroirs Originels si pone inoltre come «l’estensione commerciale e logistica di ogni cantina».

Un modello unico al mondo, che prevede un singolo interlocutore per tutti i vigneron. Un team di vendita al servizio dei clienti, sull’omonima piattaforma online. Con le spedizioni gestite da un unico magazzino, situato a Quincié-en-Beaujolais. Tutto pensato affinché ognuno, pur lontano, abbia un sorso di Terroirs Originels.

LA DEGUSTAZIONE

Terroirs Originels: sei vini di cinque vignaioli indipendenti, con una filosofia comune

Beaujolais-Villages Aoc 2019 “Terres Blanches”, Robert Perroud

Chardonnay in purezza, 14% d’alcol in volume. Bel giallo paglierino intenso. Altrettanto intenso si rivela il naso. Si gioca nel campo della frutta esotica, con note precise di frutti tropicali a polpa gialla e bianca in cui risalta l’ananas e la banana. L’agrume, tra l’arancia e il lime, stuzzica ed elettrizza il quadro.

Sorso in perfetta corrispondenza: si divide, per l’appunto, tra i ritorni di frutta esotica matura e una freschezza elettrica. A far da spalla, una vena iodico minerale. Chiude pieno e asciutto, su una persistenza ottima che riflette la trama di frutti freschi. (92/100)

Morgon Grand Cras Aoc 2019, Laurent Gauthier

Uve Gamay, 13,5% d’alcol in volume. Colore rosso rubino luminoso, cristallino. Al naso intriga con la croccantezza e succosità di un cesto di frutti di bosco. In particolare fragoline e lamponi, grondanti di succo.

Conquista anche per la bella trama di spezie dolci e rinfrescanti, tra accenni di cannella e sbuffi di pepe nero. Non manca una matrice vegetale, mentolata e resinosa. Il sorso è altrettanto delizioso.

La frutta croccante si ripresenta nella medesima sequenza del naso, seguita dai toni vivaci e freschi della speziatura. Chiude sul perfetto mix di tutte le componenti, su un’ottima persistenza. Vino manifesto di Terroirs Originels. (94/100)

Beaujolais-Villages Gamay Rosé Aoc 2020, Laurent Gauthier

Gamay in purezza, 12,5% d’alcol in volume. Fiori e frutta al naso, una gran freschezza e un tocco di mineralità al palato. Tipico rosé glu-glu, da bere tutto d’un fiato. Con un plus: l’alto gradiente di gastronomicità. (88/100)

Chénas Naturellement Aoc 2020, Pascal Aufranc

Gamay Noir in purezza, 13,5% d’alcol in volume. Rosso rubino con riflessi violacei, purpurei. Ottima concentrazione e al contempo pulizia del frutto, al naso. In bocca il nettare si snoda su una freschezza dirompente, che al momento sovrasta il frutto.

Vino ancora giovane, che ha bisogno di tempo per stiracchiarsi e mostrarsi al meglio in tutte le sue sfaccettature. Sarà il momento in cui frutti rossi e neri, animati da ricordi di menta e liquirizia, canteranno all’unisono l’inno alla Borgogna meridionale di Terroirs Originels. (90/100)

Vin de France Gamay “Poppy”, Yohan Lardy

Gamay in purezza, 13% d’alcol in volume. Rosso rubino luminoso, cristallino. Al naso, le tipiche note floreali e fruttate del vitigno risultano in secondo piano rispetto alle spezie e ai ricordi di matrice “selvatica”. Mancano, in definitiva, precisione e pulizia degli aromi primari.

Anche in bocca, freschezza (acidità) e spezie (nere) risultano slegate dal resto delle componenti (frutto ancora una volta in sordina, soffocato). Un vino che può trovare sicuri estimatori tra gli amanti (estremi) dei cosiddetti “vini naturali” a tutti i costi. (80/100)

Beaujolais-Villages “Glou-Glou” Aoc 2020, Jean-Baptiste Duperray

Gamay in purezza, 12,5%. Rosso rubino luminoso, cristallino, riflessi violacei che sottolineano l’estrema gioventù del nettare. Al naso un gran bel gioco tra fiori (violette), frutta a bacca rossa (fragoline, ribes, lamponi) e spezie (cannella leggera, più marcato il chiodo di garofano).

In bocca, direbbero i latini, nomen omen: la precisa trama di frutta e spezia, nonché una freschezza elettrica, rendono irresistibile la beva. Vino semplice, ma tutt’altro che banale, ben costruito attorno al suo nome di fantasia: “Glou-Glou”. (89/100)

® Riproduzione riservata

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