Grecia, Creta wine tour: tra le vigne dell’isola del Minotauro

“Would you like some coffee?”. Areti Valtadoroll arriva alla Lyrarakis Wines di Iraklion un po’ di fretta e con gli occhi stanchi. Lasciando alle spalle della propria utilitaria una nuvola di polvere. Per giungere alla sala dove dalle 11 di mattina vengono accolti gli ospiti per la degustazione dei vini dell’azienda, ci si immerge a pieni polmoni nelle vigne Lyrarakis. Le strade, disegnate per trattori e mezzi agricoli, non sono certo asfaltate. Areti prepara il caffè (noi preferiamo un bicchiere d’acqua, per non compromettere la degustazione) e lo condisce con le presentazioni di rito. E’ lei che ci guida nella scoperta di alcuni tra i migliori vini degustati sull’isola di Creta. Seconda tappa, dopo Santorini, del tour di vinialsupermercato.it in Grecia. La Lyrarakis winery, fondata nel 1966, è una bella realtà guidata attualmente dalla seconda generazione dell’omonima famiglia. Ci troviamo nel villaggio di Alagni, pressoché al centro dell’isola di Creta, a un’altitudine di 450 metri sul livello del mare. A meno di 30 chilometri dalla ‘capitale’ dell’isola, Herakleio (Iraklion) i Lyrarakis hanno dato nuova linfa a due uvaggi pressoché estinti, Plyto e Dafni, approfittando di alcuni fondi ottenuti dalla Comunità Europea. Ma hanno anche saputo riscoprire e valorizzare enormemente l’uva rossa autoctona Mandilari, piuttosto trascurata prima che i Lyrarakis cominciassero a lavorarla, producendone un vino in purezza. “Tutti aspetti – spiega Areti Valtadoroll – che hanno contribuito alla crescita dell’azienda, attiva dal 1994 nell’export in Europa, ma anche negli Stati Uniti, in Canada, Cina, Giappone e Australia”.

LYRARAKIS WINERY
La degustazione, come di rito, parte dai bianchi. Areti versa il primo: Plyto, annata 2014, dall’omonimo uvaggio in purezza. Di colore giallo evanescente, quasi trasparente, presenta un naso profumato, aromatico. In bocca si fa avanti il limone, poi pera, mela e melone. Un vino molto fruttato, delicato e semplice, che accosteremmo soprattutto agli aperitivi. Secondo assaggio: Dafni, anch’esso ottenuto dall’omonimo uvaggio in purezza, un bianco che fa presagire l’ottimo livello raggiunto dai vini della Lyrarakis. Di colore giallo paglierino, colpisce all’olfatto per l’intensità delle vene erbacee: alloro, lavanda, timo, rosmarino. Tutte caratteristiche che si presentano anche al palato, mixate egregiamente con sentori di frutti a polpa bianca e, se non bastasse, una buona sapidità. Lo definiremmo un vino “erbaceo”, nell’accezione positiva del termine. Perfetto l’abbinamento con piatti di pesce, in particolare se aromatizzati ulteriormente con alloro e rosmarino, cotti al forno. Si passa dunque al rosato Mandilari, annata 2014. Contenuta la percentuale di alcool, che raggiunge il 12%. Frutti rossi, fragola matura, nocciola sullo sfondo. Il meglio dei rosati viene però offerto da Idyll, ovvero Idillio. “Un vino – spiega Areti – che si abbina benissimo ai piatti della tradizione italiana, dalla pasta al pomodoro al risotto ai frutti di mare”. E in effetti è così, con le medesime sensazioni regalate dal Mandilari rosè, ma ancora più intense. Di gran rilievo il finale, lungo e deciso. Dai rosati passiamo dunque ai rossi Lyrarakis.

E lo facciamo partendo dal blend tra Syrah (70%) e Kotsifali (30%), un uvaggio cretese che nella zona di Iraklion offre le ‘prestazioni’ migliori dell’isola. Ma è pure un uvaggio che regala vini da consumare ‘giovani’ e per questo viene spesso mixato con altri uvaggi, come il Syrah. L’annata in degustazione, di fatto, è la 2012. Non lascia il segno questa bottiglia, soprattutto per la poca persistenza, che sfiora il limite dell’evanescenza, nonostante le sufficienti prerogative olfattive. Ecco dunque il rosso di cui si va enormemente fieri alla Lyrarakis, il Mandilari 100%, denominato Plakoura. “A Creta diamo il nome della vigna al vino quando ci regala ottimi risultati – spiega Areti – ed è proprio questo il caso. Plakoura è il nome della vigna nella quale produciamo l’uva per questa bottiglia”. Di colore rosso rubino intenso, al naso presenta chiarissimi sentori di sottobosco, tra cui spicca la fragolina. Al palato è asciutto, con tannini robusti: alle note fruttate si accosta il legno e la vaniglia, conferite da un anno e mezzo di maturazione in barrique. Perfetto con carni come l’agnello. “Potrebbe invecchiare 10 anni”, afferma fiera Areti. Di fatto, l’annata in degustazione è la 2013 e la sensazione che si tratti di un ottimo prodotto, ulteriormente migliorabile negli anni, è palese. Buono anche il blend Cabernet – Merlot di Lyrarkis, con l’utilizzo del 50% per uvaggio. Due anni in botte per ottenere un vino intenso e corposo di quattordici gradi, dai forti richiami olfattivi e gustativi di spezie e liquirizia. Ma il meglio, Areti Valtadoroll, lo sfodera nel finale, con la “chicca” non prevista nella canonica degustazione. Si tratta di Symbolo, il vero ‘pezzo forte’ della Lyrarkis, vincitore tra l’altro della doppia medaglia d’oro ai China Wine Awards 2012. Un vino rosso prodotto solamente nelle migliori annate con uve Syrah, Cabernet Sauvignon e Merlot, arrivato a valere oltre 45 euro per l’annata 2005. Quella degustata è la 2008, 89 punti da Robert Parker sul Wine Advocate Magazine nel 2013. Di colore rosso intenso, presenta al naso sentori di erbe, spezie, liquirizia, frutti di bosco e – appena percettibili – vaghi sentori di miele. In bocca l’equilibrio è perfetto: tannini molto decisi ma non pungenti, mirtilli, more e di nuovo legno, vaniglia e spezie. Eleganza e carattere, per un finale lungo e vellutato.

DOULOUFAKIS WINERY
Per giungere alla Douloufakis winery, a Dafnes, si percorrono strade irte tra colline coltivate a vite e ulivo, il paesaggio classico di Creta. La distanza da Iraklion è di circa 40 minuti. E’ il giorno di chiusura della winery in bassa stagione. Ma davanti all’ingresso c’è un uomo, che scopriremo essere il titolare: Nikos Douloufakis. Parla un italiano pressoché perfetto, visti gli studi in enologia portati a termine ad Alba, in Piemonte. “Sono della scuola italiana”, dice fiero, ammettendo di apprezzare particolarmente i visitatori che giungono dall’Italia. Il tour inizia nel cuore pulsante della Douloufakis winery, tra l’acciaio in cui sta macerando e fermentando il vino della vendemmia iniziata ad agosto e pressoché conclusa. Poi ci si sposta nella sala per le degustazioni. Nei supermercati cretesi abbiamo già avuto modo di testare un prodotto della linea “base” di Douloufakis, “Enotria”, subito surclassato dal resto dell’ottima produzione dell’azienda guidata da Nikos. Un uomo che vive dei frutti della propria passione, poco avvezzo dunque alle logiche della grande critica internazionale. “A me del giudizio di Parker non interessa molto – afferma serio Nikos Douloufakis -. Per me questa non è una professione. Ho tre figli, due maschi e una femmina: i primi due hanno già intrapreso gli studi per diventare enologi e la piccola vuole diventare come minimo sommelier. Questa è la mia più grande vittoria”. Eppure, di premi, la Douloufakis Winery fa incetta ogni anno. “Il punteggio che viene attribuito ai miei vini – continua Nikos – è una soddisfazione secondaria. Anche perché non cerco la perfezione in laboratorio, non uso analisi chimiche particolari. I miei vini sono il frutto della mia esperienza e del fatto che vivo tra i miei vigneti e mi fido di loro”. Il più vecchio è del 1985 e di quella che fu la vigna d’impianto della produzione avviata nel 1930 dal padre di Nikos, Dimitris Douloufakis, rimarrà sempre meno. “Dall’88 al 91, a causa della filossera – spiega il coraggioso vignaiolo cretese – abbiamo proceduto con la sostituzione di molti vigneti. Personalmente, dal 1992, ogni anno, pianto nuove viti, giusto per non annoiarmi!”. L’obiettivo della Douloufakis Winery è di raggiungere nei prossimi 3 anni, ovvero entro il 2018, i 15 ettari di superficie vitata. E la scelta dei terreni migliori spetta proprio a Nikos. “Il problema – sostiene – è che qui a Creta è difficile reperire vasti appezzamenti di terreno, che è per lo più frazionato tra vari proprietari. Il cretese è testardo, cocciuto. Soprattutto quando si parla di proprietà privata. Il padre, solitamente, lascia in eredità le proprie terre ai figli, contribuendo così al frazionamento di vasti territori. Al momento dell’acquisto, bisogna dunque interloquire con diversi soggetti”. La crisi che ha colpito la Grecia ha lasciato il segno e ha contribuito a rendere ancora più difficile la compravendita di terreni. “Molte zone precedentemente coltivate a ulivo – dichiara Nikos – stanno subendo una riconversione alla vite, che rende molto di più”. La stessa Douloufakis può contare sulla presenza di oltre 2 mila alberi di ulivo. Ma i progetti di Nikos, vertono ovviamente tutti sul vino. E l’amore per l’Italia trascina l’enologo cretese verso scelte che potrebbero regalare risultati sorprendenti. Come la decisione di impiantare un vigneto sperimentale di Montepulciano. “Tannini morbidi e colori stupendi”, preannuncia il delfino della Douloufakis. “E a gennaio 2016 – aggiunge – sarà pronto il nostro primo Vidiano spumantizzato”.

Scommetti sul futuro se il presente ti sorride. E per Nikos, la produzione attuale è già una garanzia di successo. Al di là della linea base “Enotria”, costituita da un bianco, un rosso e un rosé “le cui vendite nei supermercati sono in forte crescita”, Mr Doulloufakis ci guida alla degustazione della gamma medio alta dell’azienda. Dafnios White è un bianco ottenuto da uve Vidiano in purezza – raccolte e selezionate con cura da tre differenti vigneti, uno dei quali lontano dalla zona di Dafnes – che regala un naso profumato di agrumi, pesca e bergamotto. Invecchia fino a 3 anni e ha ottenuto 89 punti dal noto critico Parker, anche se a Nikos non importa. Dafnios Red è invece il perfetto compagno della carne d’agnello, molto consumata sull’isola. Ottenuto al 100% da uve Liatiko, affina per l’80% per 8 mesi in barrique usate e per il 20% in acciaio. Si tratta di una varietà autoctona molto sensibile al caldo e alle malattie, difficile da coltivare. Il che rende il Liatiko un uvaggio prezioso. Alargo, dal veneziano “alla larga”, è invece il nome affibbiato al Syrah in purezza della Douloufakis, affinato per un anno in barrique dopo la fermentazione malolattica. L’annata proposta in degustazione è la 2012, per 14%. Finalmente un Syrah che non ‘scimmiotta’ il gusto internazionale, specie americano e australiano: tannini seri ed eleganti, ottimo corpo e robustezza e finale degno di nota. Alargo prepara alla degustazione di quello che è il meglio della Douloufakis, ovvero il Cabernet Sauvignon Aspros Lagos. Fortissimi sentori caratteristici dell’uvaggio (peperone verde) e grande tono ‘muscolare’. Una bottiglia da ricordare, proposta in degustazione con l’annata 2012 (14%) e premiato nel 2010 in diversi concorsi a livello internazionale. Altra “star” della Douloufakis è Aspros Lagos White, uvaggio Vidiano fermentato in barrique. “Dal 2007 – evidenzia Nikos – finiscono sold out circa 10 mila bottiglie. Nel 2014 ne ho prodotte solo 7 mila, scegliendo come da consuetudine il migliore vigneto di Vidiano”. Ne scaturisce un bianco potente, aromatico, da 14,2%, con un grado di acidità totale del 7,2%. Valido anche Helios, il rosso dolce ottenuto dalla varietà Liatiko: l’uva viene lasciata a seccare al sole per sette giorni, per poi passare alla fermentazione e a un riposo in barrique usate per cinque anni.

DOURAKIS WINERY

Altra winery visitata da vinialsupermercato.it è la Dourakis, situata nel villaggio collinare di Alikampos, a metà tra Chania e Rethimno. Una storia iniziata nel 1986, quando il viticoltore Andreas Dourakis decise di trasferirsi in questi territori da Salonicco, cominciando a coltivare una vecchia vigna di proprietà del padre, a 330 metri sul livello del mare. Oggi la Dourakis è una realtà di respiro internazionale, che esporta i propri vini in Europa, così come in America e in Asia. La degustazione dei vini, guidata da Evie Douraki, comincia dal bianco Rizitis, ottenuto da uve Vilana. Al naso fiori, frutta a polpa bianca e limone. In bocca ricorda vagamente il Vermentino sardo. Si passa poi a Kudos, una Malvasia di Candia. Chiaramente aromatico, profumatissimo e fruttato: fiori di campo, fragola, pera, pesca matura. In bocca una punta di miele condisce la frutta. Non a caso, Kudos è stato insignito della medaglia d’argento al Greek Wine Award 2015. Ecco poi Lihnos, sempre dell’annata 2014, il delicato vino “bio” della Dourakis. All’olfatto dominano le sensazioni erbacee e floreali, con una punta di nocciola e miele. Al palato è leggero, fruttato. Regala un finale lungo, molto bilanciato. Impromptu è invece il frutto della sperimentazione di uve Chardonnay affinate in botti di quercia. Ne scaturisce un vino ancora più esotico di quello ‘tradizionale’, per sentori e note fruttate molto spiccate. Si passa poi alla degustazione dei rossi. Rizitis è il classico rosso da tavola cretese: non banale, ottenuto dal mixaggio tra uve Merlot e Grenache rouge. Naso accattivante di frutti rossi e palato gentile, quasi vellutato, per 12%. Lihnos, altro vino biologico, è un Merlot proposto in degustazione con l’annata 2011. Tredici gradi, naso complesso, ricco, di frutta matura, composta di more, cioccolato amaro. In bocca si percepisce un tannino spiccato, che suggerirebbe la necessità di ulteriore affinamento. Evie Dourakis propone poi Linhos Cabernet Sauvignon, altro biologico dell’annata 2013. Dodici mesi in botti di quercia per offrire un vino pieno, robusto, in cui la vaniglia gioca con i frutti rossi, regalando un finale lungo e persistente. Kudos, ottenuto da uve Carignano, viene invece offerto in degustazione con l’annata 2010. Anche in questo caso tannino troppo evidente. Alla Dourakis chiudiamo con Euphoria, 10,5%, vino da dessert premiato anche al Decanter World Wine Awards.

PNEUMATIKAKI WINERY
Completamente differente dalle altre winery visitate, la Pneumatikaki Winery si trova a Drapanias, nel distretto di Kissamos, non lontano dalle spiagge di Balos, che rendono Creta famosa in tutto il mondo. Parliamo di una realtà differente dalle altre in quanto abbiamo avuto l’impressione, poi confermata, che la Pneumatikaki Winery si concentri soprattutto sulla produzione di massa: dunque, vini in formato da 5 litri o più, destinati a finire nei circuiti dei ristoranti o degli hotel cretesi (e non solo) come “vini della casa”, oltre che nei canali della grande distribuzione organizzata. Un’azienda che non tratta in barrique né i vini bianchi né i rosè, incentrando la propria produzione nettamente sul largo consumo, con vini di medio bassa gradazione che assicurano un giro d’affari di circa un milione di bottiglie all’anno. Difficile trovare con queste premesse vini degni di menzione. La degustazione, peraltro, avviene in una vasta sala ed è in modalità “self service”. Chiunque può maneggiare calici e bottiglie e versarsi il quantitativo desiderato. Si eleva fiaccamente dalla monotonia solamente Kritopelagitis, vino rosso costituito dal blend tra gli uvaggi autoctoni Kotsifali, Romeiko e Mantilari. Ancora meglio, se consumato ghiacciato, il liquore Rakomelo.

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