Gamay del Trasimeno: il Grenache dell’Umbria a caccia di identità

Il nome del vitigno confonde (pure) i vivai. E i turisti chiedono bianchi e rosati. Report dall’Anteprima 2022

Gamay del Trasimeno il Grenache dell'Umbria a caccia di identità. Il nome del vitigno confonde (pure) i vivai. E i turisti chiedono bianchi e rosati

Si respira aria di vino a Castiglione del Lago. La cittadina di 15 mila abitanti, a metà tra Montepulciano e Perugia, su un promontorio che si affaccia sulla sponda occidentale del Lago Trasimeno, offre decine di soluzioni per gli enoturisti di passaggio tra la Toscana e l’Umbria.

Via Vittorio Emanuele, in pieno centro storico, è un brulicare di enoteche, wine bar, ristoranti e gastronomie. Il vento trasporta profumi che invitano alla sosta, in questo inizio d’estate anticipato che ha investito il Centro Italia.

Tra gli avventori – soprattutto turisti europei, provenienti da Germania e Olanda – vanno per la maggiore bianchi e rosati. Eppure, è il Gamay del Trasimeno il vino sul quale ha deciso di puntare il Consorzio di Tutela Vini Colli del Trasimeno. Non senza difficoltà e mezze contraddizioni.

Lo storytelling dell’ente, incentrato sulla suggestione della “dolce vita” lungo le sponde del lago, nel binomio enogastronomia-turismo, non coinvolge il rosso locale. Basta dare un’occhiata al video promozionale in loop sulla home page del sito web ufficiale del Consorzio (versione desktop) per rendersi conto che l’immagine veicolata è quasi esclusivamente legata ai vini bianchi.

MENO DI 21 ETTARI DI GAMAY DEL TRASIMENO: UNA CHICCA

I soli 20,84 ettari di Gamay del Trasimeno registrati (dato ufficiale relativo alla vendemmia 2021) non offrono un’immagine realistica della storicità del vitigno nella zona, riscoperto solo di recente. La varietà, che nulla ha a che fare con il Gamay francese (si tratta piuttosto del più diffuso Grenache) è arrivata in quest’angolo della provincia di Perugia nel 1.400.

A portalo con sé, dalla Spagna, è stata Eleonora Alarcòn y Mendoza, in seguito al matrimonio con il duca di Castiglione del Lago, Fulvio Della Corgna, discendente del celebre condottiero Ascanio Della Corgna. Grenache, che nella zona di Castiglione del Lago assunse nel tempo il nome, tuttora controverso, di Gamay del Trasimeno.

ANNATA 2021
ETTARI RIVENDICATI A DOC
Denominazione ettari
COLLI DEL TRASIMENO BIANCO 32,24
COLLI DEL TRASIMENO BIANCO VIN SANTO 0,24
COLLI DEL TRASIMENO CABERNET SAUVIGNON 1,84
COLLI DEL TRASIMENO GAMAY 20,84
COLLI DEL TRASIMENO GRECHETTO 14,29
COLLI DEL TRASIMENO MERLOT 4,73
COLLI DEL TRASIMENO ROSATO 2,43
COLLI DEL TRASIMENO ROSSO 95,55
COLLI DEL TRASIMENO SPUMANTE METODO CLASSICO 6,54
COLLI DEL TRASIMENO SPUMANTE METODO CLASSICO ROSE’ 1,72
   
Totale 180,43
GAMAY DEL TRASIMENO E GAMAY FRANCESE: CONFUSIONE (ANCHE) NEI VIVAI

«Da sempre impiantato ad alberello – spiega Camillo Angeli, vicepresidente del Consorzio e rappresentante di cantina del Trasimeno Duca della Corgna –  il Trasimeno Gamay veniva chiamato dalle vecchie generazioni “Vitigno Francese”, assimilandolo erroneamente al vitigno utilizzato per il Beaujolais, anziché a quello della famiglia della Granache, come Garnacha, Cannonau, Alicante».

L’errore continua a persistere, rimanendo catalogato come clone “091 Gamay“. Tanto che alcuni vivai, ancora oggi, alla richiesta di “Gamay del Trasimeno” da parte di produttori perugini intenzionati a impiantare questa varietà, consegnano il Gamay francese.

Questo è uno dei grandi problemi che dobbiamo assolutamente risolvere, come Consorzio. Un fraintendimento che dà luogo, anche nel calice, a difformità non indifferenti dal punto di vista organolettico, al palato di degustatori attenti».

Il lavoro sul Gamay del Trasimeno inizia nel 2008. Le cantine locali, sulla spinta della cooperativa Duca della Corgna, cercano di valorizzare il vitigno, investendo anche nella ricerca. Diversi studi hanno coinvolto l’Università di Perugia, con l’obiettivo di catalogare, sul territorio, le vecchie viti “indigene”, per creare appeal attorno al Trasimeno Gamay (noto anche come Gamay Perugino).

Le sponde occidentali del lago umbro sono comunque lontane dal poter essere considerate, anche lontanamente, una “succursale” della Sardegna. Lo stile del “Cannonau” locale non è ancora definito. E tra i calici dell’Anteprima Vini Colli Trasimeno 2022, andata in scena lunedì 30 maggio, brillano pochi esemplari di Gamay del Trasimeno.

I MIGLIORI GAMAY DEL TRASIMENO ALL’ANTERPIMA 2022

Colli del Trasimeno Gamay Duca della Corgna Divina Villa Poggio Petroso Opra Madrevite Riserva C-osa Pucciarella Riccardo Cotarella La Querciolana Gamay di Boldrino 2020 Riserva Camporso 2019

A fare da traino è certamente l’interpretazione della cooperativa Duca della Corgna (le uve di 200 soci sono affidate al noto enologo Lorenzo Landi), dal “Divina Villa” al “cru” Poggio Petroso. Madrevite, la cantina del direttore del Consorzio, Nicola Chiucchiurlotto, è l’azienda che ha dato una spinta innovativa alla denominazione, proiettandola (non senza fatica) verso nuovi orizzonti.

Moderna e golosa l’espressione del Trasimeno Doc Gamay del Trasimeno 2021 “Opra”, grazie all’affinamento di 10 mesi in cemento: un nettare illuminante per il territorio. Più strutturata, sempre nella gamma di Madrevite, la Riserva “C’osa”, vendemmia 2019 (6 mesi in cemento, 12 mesi in botti grandi da 10 hl, poi cemento e ulteriori 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione).

Molto centrato anche il Trasimeno Gamay Doc 2020 di Pucciarella (l’enologo è Riccardo Cotarella) tra le ultime aziende ad aver investito nella riscoperta del Gamay del Trasimeno. Evidente l’occhio al gusto del consumatore moderno, più attento a freschezza e primari che a potenza, struttura e terziari.

Apprezzabile, in una denominazione e in un Consorzio caratterizzato da evidenti “lavori in corso”, anche l’approccio della cantina La Querciolana di Panicale (PG). Convince il leggiadro Gamay di Boldrino 2020, quanto il più profondo Gamay Trasimeno Doc Riserva Camporso 2019, alla seconda prova, dopo l’esordio con l’annata 2018.

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