EDITORIALE – «Il piatto va preso con due mani e leccato, dal basso verso l’alto. Avete capito bene: leccato. Davide racconta che la sua bambina lo fa sempre, a casa. L’idea gli è venuta così». Inizia in modo inusuale l’esperienza al “nuovo” D’O di Davide Oldani, a Cornaredo.
Lo chef non smette di sorprendere, neppure dopo aver conquistato la seconda stella Michelin. Nel solco delle più nobili e rare doti dei tempi moderni (semplicità e umiltà) Oldani continua a portare l’aria di casa in un ambiente ricercato come quello del ristorante “stellato”.
Lo fa dentro e fuori dal piatto, girando più volte per i tavoli a caccia di pareri sinceri, come lui. Lo fa in un angolo semi sconosciuto di provincia, territorio snobbato da tanti grandi nomi che preferiscono agi e pubblico delle grandi città e delle metropoli italiane.
In una società dominata da fake e artifizi, ogni scelta semplice risulta straordinariamente “destabilizzante”. Perché ricorda il valore incommensurabile dei gesti veri e genuini, che vengono dal cuore. Come un piatto leccato da un bambino felice (nello specifico: aceto di mele ridotto, salsa verde alla rucola e orzo). Evviva.
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Nato con la penna in mano, poi ci è finito pure un calice. Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi WineMag.it. Segno Vergine allergico alle ingiustizie, innamorato delle cause perse e del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto del lettore. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” in collaborazione con la redazione e partecipo come giurato a concorsi enologici internazionali. Nell’ultimo anno ho curato la selezione vini esteri per un importatore leader in Italia. Apprezzi indipendenza e qualità dell’informazione? Sostieni WineMag.it con almeno un euro al mese.