Per ora solo ipotesi, mentre il cerchio si stringe attorno a clienti e mandanti. L’ingente sequestro di alcol denaturato compiuto nelle scorse ore dalla Guardia di Finanza di Caserta potrebbe scoperchiare un sistema già noto alle forze dell’ordine italiane, anche fuori dai confini della Campania. Una volta giunto a destinazione, avrebbero potuto essere “ricondizionato“. Ed essere utilizzato per la produzione di vino o liquori dannosi per la salute, all’insaputa dei consumatori.
La scoperta è avvenuta ad un posto di blocco allestito dai finanzieri del Comando provinciale di Caserta a Cancello ed Arnone, non lontano da Castel Volturno. Su un camion targato Est Europa – la nazione di provenienza non viene svelata dagli inquirenti, per non intralciare le indagini – i militari hanno rinvenuto 26 mila di litri di alcol denaturato e 175 mila litri di prodotti simil-petroliferi.
Due sostanze senza correlazioni, solo in apparenza. Secondo quanto riferiscono le forze dell’ordine, il commercio illegale di merci destinate alla combustione e alla produzione di bevande alcoliche rappresenta «uno dei business più appetibili per la moderna criminalità economico-finanziaria».
Un mercato nero florido, che consente di realizzare «consistenti proventi illeciti, attraverso l’utilizzo e la manipolazione fraudolenta di prodotti in evasione di imposta e la conseguente immissione nella rete di distribuzione commerciale a prezzi altamente concorrenziali».
Da solo, l’alcol denaturato avrebbe fruttato circa mezzo milione di euro. Cinquecentomila euro, dunque, di cui 350 mila euro in imposte evase. Nel complesso, il valore del sequestro operato dai finanzieri supera il milione di euro. Le indagini sono ora volte ad accertare la provenienza della merce, priva di documentazione, nonché la destinazione e gli acquirenti.
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