Da Praga a Valtice: tour tra vini e vigneti della Repubblica Ceca

Prima i Celti, poi i Romani e le popolazioni Slave. La storia della viticoltura in Repubblica Ceca ha radici profonde duemila anni. E anche se oggi siamo abituati a pensare a Praga come la destinazione perfetta per gustare ottime birre (Staropramen e Pilsner Urquell per citare solo le più celebri) la capitale ceca è ricca di scorci mozzafiato legati proprio al mondo del vino.

Vigneti a picco sulla città boema e intere colline in Moravia, nel Sud del Paese. E’ questo lo spettacolo che offre la Repubblica Ceca agli amanti del nettare di Bacco. Un piacere per gli occhi che poi diventa magia nel calice, con produzioni degne di grande attenzione a livello europeo e internazionale. E’ il caso dei Riesling della Moravia, dove si concentra il 96% del vigneto ceco, tagliato dal 49° parallelo, al pari dell’Alsazia.

Ma la Repubblica Ceca è anche terra di ottimi Pinot Noir, ottenuti soprattutto nella sottozona morava di Velkopavlovická, non a caso la più calda e soleggiata della nazione. Non ultimi i vitigni a bacca bianca come la Palava (incrocio tra Traminer e Muller Thurgau super resistente alle malattie e alla botrytis cinerea), e i rossi il più delle volte semplici – ma mai banali – prodotti da Modrý Portugal (Blue Portugal) e, soprattutto, Blaufränkisch o Frankovka modrá (Franconia), dal bel tannino elegante.

DOVE BERE VINO IN REPUBBLICA CECA
Se state pianificando un wine tour in Repubblica Ceca e la vostra “base” è la città di Praga, un must è il Vinograf di Senovazne Square, 23. “In wine we trust” il claim che dice tutto. Più di 700 vini (50 al calice) sulla “carta” di quello che è molto più di un wine bar o di un’enoteca, grazie anche ai piatti dello chef Milan Horejš. Saranno invece Pavel Nikl e il suo staff a guidare la degustazione dei vini cechi più rappresentativi. Ecco quelli che abbiamo degustato.

  1. Pinot Noir Claret 2014 Brut Nature, Vinařství Pod Chlumem: Giallo dorato, perlage sottile. Particolarmente minerale al naso. Spuma bianca corposa che in bocca si scioglie dolcemente. Conferma grande mineralità anche al palato, dove si rivela persistente, lungo: pesca, ananas, papaya. Finale tra l’ammandorlato e il salino. Sensazione, quest’ultima, che cresce di sorso in sorso.
  2. Ryzlink Vlassky 2015, Vinarstvi Ilias. Giallo paglierino. Naso spiccatamente fruttato, con una punta di idrocarburo che diventa sempre più preponderante nel calice. In bocca mediamente caldo, fruttato di pesca. Mineralità che permette comunque di definire rotondo il nettare. Persistente.
  3. Palava 2016, Regina Coeli. Giallo dorato. Naso di frutta matura, pesca, albicocca. Vegetale di fieno. In bocca esplode, caldo, pieno, secco. La frutta matura rispunta nel finale, ben compensata da una buona mineralità. Piuttosto morbido. Persistente. Con l’ossigenazione e guadagnando qualche mezzo grado in più di temperatura sembra assumere tinte balsamico, d’arnica.
  4. Cuvee Quatre 2014, Dobra Vinice. Giallo quasi ambrato, naso che vira dalla vaniglia al miele, con una punta di vegetale. Bocca calda, piena: caramello, peperone giallo, pepe bianco. Morbido ma pungente. Bella acidità. Un vino dai contrasti in perfetto equilibrio.
  5. Pinot noir 2014, Kocarik. Rosso rubino piuttosto trasparente, unghia tendente al rosato. Tipico al naso con i suoi frutti rossi, ma di un’avvolgenza incredibile. Sembra yogurt ai frutti rossi. In bocca sfodera una bella acidità di ribes e lamponi, su sottofondo di vaniglia bourbon. Vinificazione in botti grandi di acacia, metà nuove e metà di secondo e terzo passaggio.
  6. Shisar Cuveé 2012 (magnum), Zapletal. Interessante blend di Merlot (40%), Rulandské modré – Pinot noir (40%) e Cabernet Sauvignon (20%). Quindici mesi di legno. Rosso granato impenetrabile. Il Pinot nero al naso è riconoscibile per l’eleganza, così come la note di peperone del Cab. Più nascosto, l’erbaceo tipico del Merlot. Una bella parte minerale, che si compensa con l’acidità. Perfetto l’abbinamento con il Grana di latte moravo.
  7. Pinot noir ‘The best of Jaroslav Springer’ 2012, Stapleton & Springer. Cantina relativamente giovane (2004) fondata dall’ex ambasciatore americano Craig Stapleton, dall’avvocato Benjamin Stapleton e dal produttore ceco Jaroslav Springer. Una realtà focalizzata interamente sul Pinot Noir di alta qualità. ‘The best of Jaroslav Springer’ si presenta di un rosso rubino trasparente. Un Pinot Noir dalle note fruttate di eccezionale pulizia, “disturbate” da una vena di rabarbaro e pan di zenzero (amaro e ‘dolce piccante’ in splendido contrasto). Non manca una parte vegetale, sottile. In bocca caldo, strutturato, fresco per acidità. Frutti rossi e vaniglia conferita da un legno tutt’altro che invadente. Sempre al palato riecco una parte vegetale (peperone verde) che conferisce una certa piccantezza. Lungo nel retro olfattivo.

LE VIGNE DI PRAGA
Chi lo avrebbe mai detto? La capitale della Repubblica Ceca conserva antichi vigneti e impianti più recenti che ancora oggi producono vino. Il più pittoresco è senza dubbio il vigneto di San Venceslao, raggiungibile a piedi dalla fermata della metropolitana Malostranská (linea A, verde), proprio sulle pendici del castello di Praga. I vini qui prodotti sono sulla carta del lussuoso ristorante Villa Richter, situato proprio tra i filari. Ma la proprietà non ha previsto la possibilità di degustazioni ad hoc dei vini. Non resta dunque che scegliere tra i vini al calice, per una cifra totale che si aggira attorno ai 35 euro.

Vale la pena comunque anche solo passeggiare nella vigna, le cui prime notizie ufficiali risalgono al X secolo dC. Secondo La leggenda è uno dei vigneti più antichi dell’intera Boemia, dove il “vigneto del Signore” (“Lord’s vineyard”) era curato da Venceslao, santo patrono della Repubblica Ceca. Il vigneto ristrutturato presenta un totale di 2500 piante delle varietà Pinot Noir e Riesling Renano. Il Pinot Noir è un ricordo del sacro imperatore Carlo IV, colui che portò questa varietà in Boemia dalla Francia. Si iniziò invece a coltivare il Riesling, originario della zona tedesca del Reno, in una fase successiva. Lungo il percorso che collega Villa Richter al castello di Praga è possibile ammirare anche altre varietà di vite coltivate in Repubblica Ceca.


Ma c’è un altro luogo incantevole legato all’antica viticoltura praghese. E’ il vigneto Grébovka (vinohrady Grébovka), parte integrante del grande Havlíčkovy sady, un parco incontaminato dove scorrazzano simpatici scoiattoli, lontani dal caos dei turisti che affollano la capitale ceca, dominato da Villa Gröbe, splendida dimora estiva in stile neo rinascimentale. Siamo a Praga 2. Una volta raggiunta l’area verde (fermata del tram Krimská), è possibile ammirare il vigneto attorno all’imponente caseggiato. Per degustare i vini prodotti nel vigneto Grébovka occorre tuttavia sedersi ai tavolini di Vinicni Altan, l’Altana Vinicola o “Gazebo della vigna”, una struttura in legno immersa tra i filari.

Le varietà coltivate sono Müller Thurgau, Riesling, Pinot Grigio, Hibernal, Pinot Noir, Blau Portogallo, Dornfelder e Neronet, su una superficie di 1,6 ettari. Vengono tutte vendemmiate e vinificate a Praga dalla cantina Sklep Grébovka di Iveta Bulánková e Pavel Bulánek. Moglie e marito gestiscono sia il vigneto che le attività del wine bar Vinicni Altan, divenuto luogo di incontro e dibattito sul mondo del vino, sede di mostre e ritrovo per molti artisti praghesi, nonché incantevole location per cerimonie private e matrimoni.

Tra i vini, ottimo il loro Müller Thurgau 2016, molto profumato, come nelle migliori attese. In bocca buona struttura e, al contempo, morbidezza e mineralità. Corrispondente al naso e in bocca su note di pesca, regala un tocco di pepe bianco che impreziosisce la beva. Semplice, ma non banale, la cuveé di rossi Frankovka e Modrý Portugal.


Terza ma non ultima meta per i winelovers in viaggio a Praga è il vigneto di Santa Clara. In questo caso bisogna spostarsi fuori dal centro della metropoli, raggiungendo il Giardino Botanico (Botanická zahrada Praha). Siamo nel quartiere di Troja, a Praga 7. Lo si raggiunge agilmente con il tram 112 (fermata Kovárna), dalla fermata della metropolitana Nádraží Holešovice (linea C, rossa).

Qui incontriamo Eliška Muchnová (nella foto), direttrice dello store ove è possibile acquistare i vini prodotti direttamente dal vigneto di Santa Clara. “La vigna e la sua cantina – spiega – sono parte integrante del giardino botanico praghese. Coltiviamo principalmente Riesling e Pinot Noir, le due varietà più tipiche del nostro territorio, su una superficie totale di 3,5 ettari. Una storia iniziata nel 2004, con la prima vendemmia”. E che dura sino ad oggi, con una produzione complessiva di 16 mila bottiglie l’anno che si arricchirà, presto, di una nicchia di distillati.

Eliška guida la degustazione dalle vasche d’acciaio della vendemmia 2016 (prossimamente in bottiglia), alla scoperta delle altre varietà allevate: Gewurztraminer, Pinot Grigio, Sauvignon e Moscato. Un tasting dagli evidenti tratti territoriali, con il comune denominatore di un elevato residuo zuccherino. Risultato? Una produzione piuttosto standardizzata sulle rotondità, sulle morbidezze e sulla facilità della beva.

Il Riesling 2016 stacca di netto gli altri bianchi, anche se non brilla in quanto a mineralità e la tipica nota di idrocarburo sia leggermente offuscata dalle note fruttate mature. La vera gemma è il Pinot Noir, con la 2015 (tuttora a riposo in barrique) che si prepara a diventare piacevolissima entro 4-5 anni dall’imbottigliamento. Di assoluto valore il Pinot Nero 2012, altro prodotto longevo, da assaporare al top entro i prossimi 3-4 anni.


LA MORAVIA
Tappa imprescindibile di un wine tour in Repubblica Ceca è la Moravia. Per chi ha poco tempo per visitare cantine e vigneti, il luogo adatto è il Salone dei Vini della Repubblica Ceca. Siamo a Valtice, nella Moravia centrale, quasi al confine con l’Austria. A due ore e 45 minuti da Praga e 50 minuti dalla città di Brno, nota nel mondo per il circuito del Gran Premio Motociclistico del motomondiale.

Scelta vincente e lungimirante quella delle istituzioni ceche, che hanno deciso di collocare nel Castello di Lednice Valtice il centro vinicolo nazionale (Národní Vinarské Centrum). Un complesso barocco dotato di una preziosa cantina, nella quale sono disposti i 100 migliori vini cechi dell’anno. I visitatori hanno la possibilità di degustare da un minimo di 16 alla totalità delle etichette presenti, avvalendosi se necessario della guida di alcuni sommelier. Come il giovane Vojtech Vaculík.

“Ogni anno – spiega – arrivano 400 campioni alla commissione di degustatori del castello di Valtice. Accedono alla finale 200 vini, tra i quali vengono decretati i 100 migliori. I vini sono suddivisi per tipologia, dai bianchi ai rossi agli spumanti, passando per i passiti e per gli ice wine. Ogni vino è corredato da un pannello con le caratteristiche organolettiche e con il profilo dell’azienda produttrice, in lingua ceca e in inglese”.

Sul pannello c’è proprio tutto: dalla percentuale di alcol in volume al residuo zuccherino, passando per l’uvaggio al numero di bottiglie prodotte per quella determinata vendemmia. “Per arrivare a competere alle fasi finali – continua Vaculík – le cantine devono superare diversi step a livello regionale, sia in Boemia, nelle due sottozone Litomerichá e Melnická, sia in Moravia, dove le sottozone sono quattro: Znojemská, Mikulovská, Velkopavlovická e Slovácká”. Circa 1200, dunque, i vini tra i quali vengono scelti i 100 presenti al Salone Nazionale di Valtice, diretto da Pavel Krška. Ecco quelli che più ci hanno colpito.

  1. Chardonnay 2015 Velkopavlovická, Vinarství U Kaplicky Sro. Nettare di colore giallo dorato, con riflessi verdolini. Ai sentori di frutta si affiancano quelli,  netti, di idrocarburo. Al palato un’esplosione, tutta giocata sul contrasto tra morbidezze e durezze, tra il caramello e le spezie. Acidità da campione, per un vino bianco dalla longevità eccezionale.
  2. Chardonnay & Rulandské sedé 2013, Sonberg. Blend di Chardonnay e Pinot Grigio dal naso stupefacente, giocato tra l’idrocarburo, il burro e la soluzione salina (avete presente la salamoia d’oliva?). In bocca un’acidità quasi balsamica. Lungo il finale, sulla sapidità e la scorza d’agrumi. Altro vino di grandissima longevità.
  3. Ryzlink Rýnský 2013, Vinselekt Michlovský As. Tra i tanti Riesling selezionati dalla giuria, questo è uno di quelli che ci convince di più. Bouquet caratteristico al naso, cui si sommano miele, frutti tropicali e fiori. Al palato una leggera spezia piccante, che si diverte a dominare su note di vaniglia.
  4. Gewurztraminer  2015, Miroslav Volarik. Un Gewurztraminer splendido, che unisce aromaticità e mineralità. Finale lungo e deciso, sul pepe bianco.
  5. Frankovka 2013, Vino Botur. Un vino rude, agricolo. Che fa pensare subito all’accostamento, in cucina, con la selvaggina. O con il goulash. Naso intenso di prugne secche e ciliegia. In bocca, confettura ai piccoli frutti a bacca rossa su sfondo tannico.
  6. Skale Family Reserve 2011, Vinarství Springer. Il gioiello di famiglia di questa cantina di 5 ettari, dislocati a Čtvrtě e Skale, a metà tra Brno e Valtice. Blend tra Cabernet Sauvignon e Merlot da incorniciare.
  7. André 2012, Vinselekt Michlovský As. Vitigno autoctono della Moravia, l’André si esprime in maniera molto convincente in questa vendemmia 2012 di Vinselekt Michlovský. Per intenderci, nel calice ricorda un Pinot Noir: dal colore, rosso trasparente, al naso di piccoli frutti di bosco. Sentori puliti, freschi, accattivanti. Al palato una nota elegante di cioccolato, stesso sentore sul quale chiude, lungo. Gran bel prodotto.
  8. Rulandské Modré Barrique 2013, Stepan Manák. Un Pinot Nero barrique dritto, diretto, senza fronzoli. Sentori “grassi” di frutti rossi, che ricordano la marmellata, senza mai stancare.

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