MILANO – Quattro incontri per scoprire la terra d’elezione del Pinot nero italiano, l’Oltrepò pavese. La Porta del Vino, il luogo voluto dal Movimento Turismo del Vino nel capoluogo lombardo, inaugura le attività del nuovo anno con una settimana dedicata ad una gamma di vini di assoluto prestigio.
Dal 28 gennaio al 2 febbraio, in Piazza Cinque Giornate 16, si potranno infatti apprezzare tutte le sfumature del Pinot Nero, nell’interpretazione che ne danno alcuni tra i vignaioli più attenti dell’Oltrepò Pavese (per il programma e le date: info@laportadelvino.com)
“Dopo le settimane dedicate a zone più piccole e poco note – afferma Carlo Pietrasanta, vicepresidente del Movimento Turismo del Vino Lombardo – è doveroso guardare anche ai territori che hanno certamente fatto grande e importante la produzione vitivinicola della nostra Regione”.
“Non possiamo ignorare che l’Oltrepò Pavese è una delle zone di produzione più importanti d’Italia per numero di aziende e per volumi di produzione. Aggiungo: possiamo dire anche, in molti casi, per la qualità assoluta della produzione”, conclude Pietrasanta.
Ne è convinto anche Claudio Maspes, responsabile delle degustazioni de La Porta del Vino, formatore e Direttore dei Corsi Aspi per Milano e Provincia: “Oltre ad essere stati per decenni i più consumati nelle famiglie milanesi, quelli dell’Oltrepò sono anche vini che hanno conosciuto una crescita qualitativa impressionante, grazie ad alcuni produttori illuminati che non si sono accontentati di facili ma temporanei successi”.
Tra le aziende portabandiera del pavese c’è Frecciarossa, storicamente legata a questo vitigno. “Affascinante, difficile, faticoso, raffinato: il Pinot Nero è una delle scommesse più impegnative per qualsiasi vignaiolo e qualsiasi enologo – sostiene Valeria Radici Odero – che però in Oltrepò Pavese ha trovato una delle sue case d’elezione”.
Un vitigno versatile, tanto che può dare risultati di valore in forme diverse. Dai bianchi ai grandi Metodo Classico fino alle vinificazioni in rosso, anche Riserva. “L’importante – conclude la produttrice – è lavorare in modo serio e preciso, per ottenere dei vini che possono reggere il confronto con le produzioni più blasonate al mondo”.
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