Tutelare il nome e la produzione del Lambrusco. E’ la richiesta che arriva dal Consiglio regionale lombardo che ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal Movimento Cinque Stelle per la tutela della denominazione sia nell’etichettatura di vini Dop che Igp. Il documento invita la Giunta a vigilare affinché la Commissione europea ritiri l’atto delegato che prevede la liberalizzazione della produzione di questo vino che ha un forte legame con i territori della provincia di Mantova e dell’Emilia e una filiera che conta 8mila aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, oltre 1.000 addetti. L’impegno chiesto alla Giunta regionale con questa risoluzione e’ quindi quello di vigilare che a livello europeo si eviti l’uso improprio della denominazione protetta. “La proposta – spiega il consigliere regionale del M5S Andrea Fiasconaro – è quella di salvaguardare la menzione del vitigno Lambrusco, ancorandola cioè alla produzione delle zone geografiche di cui è tipico, per scongiurare la liberalizzazione del nome Lambrusco. Dalla Ue, come noto, ci sono stati segnali confortanti, con il commissario all’agricoltura Hogan che ha confermato l’intenzione di riaprire la discussione riguardante la tutela dei vitigni senza penalizzare l’attuale modello del sistema vitivinicolo italiano di qualità”. “Ci sono stati accordi politici – prosegue Fiasconaro – e impegni per evitare tale liberalizzazione, però non vi è ancora nulla di scritto e formale. L’obiettivo di questa risoluzione è quello di impegnare anche regione Lombardia a vigilare affinché si formalizzi un accordo che possa tutelare il vitigno e la produzione tipica di Lambrusco”. Il testo del documento è chiaro: si impegna il presidente Maroni e la giunta a vigilare affinché l’atto delegato sulla tutela dei vini identitari venga ritirato, e che comunque non si realizzi una indiscriminata liberalizzazione dell’utilizzo della menzione di un vitigno, proponendo misure volte alla tutela del carattere locale e della peculiarità del vitigno Lambrusco, nonché delle produzioni Dop e Igp che da esso prendono il nome.
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