“Contradae 61·37” Vesuvio Doc 2019 vino bianco dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023

L’ultima creatura di Casa Setaro: un progetto che va ben oltre il calice

Contradae 61·37 Vesuvio Doc 2019 vino bianco dell'anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 casa setaro

“Contradae 61·37” Vesuvio Doc 2019 di Casa Setaro è il vino bianco dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Si tratta dell’ultimo vino prodotto dalla cantina guidata da Massimo Setaro in via Bosco del Monaco a Trecase, in provincia di Napoli. Un’etichetta per certi versi provocatoria, che illumina la strada dei “vini da particella”, o meglio “di Contrada“, ai produttori del Vesuvio.

Un passo solitario coraggioso, che vuol essere d’esempio verso l’ufficiale zonazione del vulcano campano. Una mossa che contribuirebbe al definitivo riconoscimento internazionale dei vini del Vesuvio, sulla scorta di quanto già fatto in Sicilia con i vini dell’Etna.

Contradae 61·37” è un vino bianco a denominazione Vesuvio Doc, vendemmia 2019. I numeri “61” e “37” sono un ripiego. Un vero e proprio escamotage, col quale Massimo Setaro designa, legalmente, Bosco del Monaco, la “contrada” di Trecase da cui nasce il vino. Una “sottozona” non menzionabile in maniera esplicita in etichetta, proprio per via della mancanza di una zonazione ufficiale.

Al momento, la Doc Vesuvio conta infatti sulla sola distinzione tra l’Alto Colle Vesuviano, che identifica i vigneti oltre i 200 metri sul livello del mare, e il Versante Sud-Orientale, che guarda il mare. Ecco dunque un aiuto dalla Smorfia napoletana, secondo cui il numero 61 rappresenta il Bosco; e il numero 38 il Monaco.

CONTRADAE 61·37: SUL VESUVIO IL VINO BIANCO DELL’ANNO

“Contradae 61·37” è un vino interamente ottenuto da vecchie viti a piede franco, di età compresa tra i 50 e gli oltre 100 anni, in contrada Bosco del Monaco. Casa Setaro è l’unica a possedere vigne in questa “sottozona” del Comune di Trecase, il più piccolo centro abitato vesuviano, in provincia di Napoli.

In particolare, concorrono all’uvaggio un 50% di Caprettone, un 30% di Greco e un 20% di Fiano. Tutte piante sparse all’interno del medesimo vigneto, già identificato da Vincenzo Setaro, fondatore dell’azienda, come il più vocato a disposizione della cantina.

Nasce così un vino che racconta l’incredibile unicità del vulcano campano, attraverso alcuni dei suoi vitigni simbolo. Un bianco di buona struttura e di grande potenziale, anche in termini di affinamento.

Prima di “Contradae 61·37” 2019, le uve venivano utilizzate – in base alle caratteristiche dell’annata – per la produzione di Pietrafumante, lo spumante Metodo classico base Caprettone, e/o dell’Aryete, il Vesuvio Caprettone Doc di Casa Setaro.

“Contradae 61·37”, primo vino della cantina ottenuto da uvaggio e non da singole varietà, in tiratura limitata di sole 2.500 bottiglie, sta lì a raccontare la propria unicità coraggiosa. Ancor più, a tracciare la via del futuro del Vesuvio.

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