MONTEPULCIANO – Tuscany Barrique Art. Ovvero “arte in botte”. Concetto non nuovo, certo. Nasce tuttavia a Montepulciano, borgo senese patria della prima Docg d’Italia (il Vino Nobile), un nuovo modo di recuperare le botti esauste realizzando opere d’arte di varie dimensioni.
La novità è la tecnica innovativa, progettata da un giovane residente in queste terre. Massimo Pagliai, 28 anni, geometra di professione, comincia a studiare questa idea girovagando per le aziende vitivinicole del territorio. E spostandosi per il suo lavoro anche in Chianti, in Val d’Orcia e nei territori del vino toscano.
L’IDEA
“All’interno della sala degustazione di una di queste cantine – spiega Pagliai – vidi uno spaccato di barrique, riciclato come tavolo e rifinito da una luce che la illuminava e da un vetro come appoggio”.
EL’effetto della luce puntata sulla barrique risaltava il colore del vino rimasto attaccato al legno e faceva brillare i ‘cristallini’ lasciati anch’essi dal vino sul legno. Pensai che questa barrique era l’oggetto che stavo cercando come simbolo del territorio”.
Da qui la sperimentazione di varie tecniche di impressione sulla barrique, fino alla scelta della fresatura. La Barrique Tuscany Art consiste cioè nel ripulire il colore porpora lasciato dalla vinaccia, fino a realizzare immagini a contrasto, lasciando inalterate le caratteristiche tipiche di una barrique, tra cui le sfumature e i profumi rilasciati dal legno usato.
Le opere firmate Bta rappresentano luoghi, paesaggi, monumenti, ma anche oggetti simbolo della Toscana e dell’Italia. Si va dalla collina di Vitaleta ai paesaggi con i cipressi, passando per la Vespa e altre icone italiane.
“Inizialmente il progetto Barrique Tuscany Art prevedeva la decorazione dei soli ‘tappi’ delle botti – spiega il giovane geometra – ma poi ho pensato di lavorare sulle singole doghe. Le botti potrebbero essere utilizzate sia come parti di arredo di case o locali, sia come rivestimenti di contropareti e banconi, con disegni e rappresentazioni dell’Italia”.
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