Lucido, nuovo nome del Catarratto fa discutere. Planeta: “Difendiamo l’interesse della Sicilia”

PALERMO – A partire dalla vendemmia 2018, i produttori siciliani potranno etichettare col sinonimo “Lucido” il Catarratto. Una scelta volontaria, non un obbligo, offerto alle aziende vitivinicole dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, in seguito all’avallo del Ministero giunto a fine novembre.

Una decisione dovuta principalmente alla cacofonia del termine, oltre alla difficoltà di pronuncia da parte degli stranieri. Il nome “Catarratto” limiterebbe l’export e, in generale, le vendite dei vini prodotti con questo straordinario vitigno, tra i più sottovalutati del Sud Italia e forse dell’intero Bel Paese.

PAROLA AI PROMOTORI
A difendere la scelta – contestata da diversi vignaioli siciliani e da una parte dell’opinione pubblica, che la vede come uno “stravolgimento della tradizione” – è Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia, membro del Consiglio della Doc Sicilia e amministratore delegato dell’omonima cantina che ha sede legale a Menfi (AG).

“Chi critica la scelta di consentire l’utilizzo volontario del sinonimo Lucido per il Catarratto – commenta l’imprenditore – forse non considera che negli ultimi anni la Sicilia ha perso 40 mila ettari vitati, passando da 140 mila a poco più di 100 mila ettari. Di questi 40 mila ettari perduti, gran parte erano di Catarratto”.

“Le grandi detentrici di questo vitigno – precisa ancora Planeta – sono oggi le cantine sociali che da tempo avevano espresso la necessità di utilizzare il sinonimo in etichetta. Noi siamo stati ben contenti di aiutarle in questo percorso che guarda alla salvaguardia del vigneto siciliano”. Chiaro, dunque, che si tratti di un’iniziativa volta a favorire la commercializzazione delle etichette base Catarratto.

“Le cantine sociali – commenta Alessio Planeta – hanno necessità pressanti di vendere grandi quantità di vino, rivolgendosi per questa ragione anche alla Grande distribuzione organizzata. La scelta di un nome come Lucido, non inventato bensì riscontrabile nei più autorevoli testi di ampelografia siciliana, non potrà che agevolarle”.

Secondo le stime fornite da Planeta, le uve Catarratto vengono pagate in Sicilia fra i 30 e i 40 centesimi: “Forse anche meno in alcuni casi, con qualche eccezione dovuta alle zone dove è più difficile praticare la viticoltura”.

“Non si può far finta che vada tutto bene – ammonisce l’ad Planeta – o girarsi dall’altra parte al cospetto di aziende che chiedono una mano al Consorzio”. Questione di mesi, dunque. Poi sarà il mercato a dire chi ha ragione.

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