“Le litrò de Gi.Gi.”, la bottiglia da 1 litro del “Camerlengo” Antonio Cascarano

La nuova etichetta dell’istrionico vignaiolo di Rapolla, nel Vulture: grande formato a tiratura limitata

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Le litrò de Gi.Gi.“. Si chiama così l’ultimo vino in bottiglia da 1 litro firmato dal “CamerlengoAntonio Cascarano, custode di antichi vitigni riportati alla luce e salvati dall’oblio, in Basilicata. Siamo a Rapolla, nel Vulture, per una novità che non arriva a caso dopo il periodo di pandemia, in cui si è assistito alla riscoperta dei “grandi formati”.

Non sono casuali neppure gli accenti sul nome di fantasia scelto per il nuovo vino. «Con il nome Le litrò de Gi.Gi.” mi diverto un po’ a scimmiottare i francesi – spiega a winemag.it Antonio Cascarano – giocando col loro accento e scegliendo, per di più, il formato da 1 litro, tipico della cultura contadina italiana. Ma soprattutto è il primo vino che dedico a me stesso, dopo averne dedicati altri a persone a me care e al mio cane».

Fuori da Rapolla mi conoscono tutti come Antonio, nome che ho ereditato dal nonno paterno. Ma all’anagrafe ho anche altri due nomi: Luigi, perché sono nato il 21 giugno, giorno di San Luigi; e Giovanni, come il nonno materno. In paese mi hanno sempre chiamato “Luigino” o “Gigino”: da qui l’idea di “Gi.Gi.”. Il punto dopo la “G” sta a indicare… Beh, è facile da capire: ha a che fare con le donne!».

IL VINO NATURALE E LA RISCOPERTA DEI GRANDI FORMATI

L’ultima annata, generosa, ha consentito a Cascarano di produrre 1000 bottiglie di “Le litrò de Gi.Gi.”. Un numero destinato a ridursi ben presto, in vista della presentazione ufficiale della nuova etichetta in programma proprio il 12 giugno 2023. «Sarà una festa – anticipa il patron dell’Azienda agricola Camerlengo – con i piatti di Riccardo Barbera all’Agriturismo Masseria Barbera di Minervino Murge. La nuova etichetta sarà poi commercializzata su assegnazione, perché voglio assicurarmi che ce l’abbiano un po’ tutti, dall’importatore americano ai distributori italiani».

“Le litrò de Gi.Gi.” è un vino macerato ottenuto dalle rare uve Santa Sofia e Cinguli, che si dividono in maniera esatta l’uvaggio (la prima è nota anche come “Fiano del Cilento”; la seconda è molto simile al Trebbiano toscano). «Un vino da tutti i giorni – spiega Antonio Cascarano – da bere in totale spensieratezza. Un vino contadino, che mi rappresenta e che invoglia all’assaggio di altri vini in bottiglia da 1 litro. Uno su tutti il “Litrò Rosso” da uve Ciliegiolo e Sangiovese prodotto a Montemelino, in Umbria, dalla cantina Conestabile della Staffa». Un altro vino con l’accento e un altro vino contadino. Pardon, “contadinò”. Prosit.

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