I Vigneti Terrazzati della Valtellina entrano nel Registro nazionale dei paesaggi rurali

Il provvedimento riguarda gli appezzamenti del Versante Retico, ritenuti “di interesse storico”

I “Vigneti Terrazzati del Versante Retico della Valtellina” entrano di diritto nel Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, per le pratiche agricole e le conoscenze tradizionali qui espresse nel corso dei secoli.

Si tratta di uno dei nove nuovi paesaggi rurali italiani per i quali la ministra Teresa Bellanova ha firmato i decreti di iscrizione. Tra questi, come annunciato nelle scorse settimane da WineMag.it, anche la Val di Cembra.

È l’effetto più immediato della recente approvazione da parte dell’Osservatorio Nazionale del Paesaggio Rurale, delle Pratiche Agricole e Conoscenze Tradizionali.

Insieme a Valtellina e Val di Cembra sono stati iscritti nel Registro il Paesaggio agrario di olivastri storici del “Feudo di Belvedere” – Località San Nazario – San Nicandro (FG); il “Paesaggio policolturale di Fibbianello” del Comune di Semproniano (GR); il Paesaggio della “Bonifica Romana e dei Campi Allagati della Piana di Rieti” – candidatura presentata dal Parco della Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile – (RI).

E ancora: il Paesaggio storico della “Bonifica Leopoldina in Valdichiana”; il “Paesaggio Agro- Silvo- Pastorale del territorio di Tolfa”; il Paesaggio Rurale: “il Sistema Agricolo Terrazzato della Val di Gresta”; il Paesaggio Rurale: “Alti Pascoli della Lessinia”.

Un passaggio importante nell’azione di tutela del patrimonio storico rurale del nostro Paese – ha dichiarato la Ministra Teresa Bellanova – un impegno che proseguirà con convinzione nell’intento di salvaguardare sempre di più quei paesaggi agricoli, forestali e pastorali, che maggiormente hanno conservato i caratteri storici legati alla permanenza di forme di produzione, usi del suolo agricolo, tecniche di allevamento, sistemazioni del terreno, mosaici paesaggistici e manufatti, collegati a produzioni alimentari di qualità”.

E ancora: “Nel Registro possono anche essere iscritte le pratiche agricole e le conoscenze tradizionali legate ad una precisa area geografica anche se di limitata diffusione. Queste pratiche devono essere di rilevanza storica, esercitate con tecniche, strumenti e oggetti particolari legati alla pratica tradizionale e l’impiego di cultivar, varietà o razze locali”.

“Conoscendo e valorizzando pienamente le radici agricole della nostra cultura e della nostra economia, costruiamo il futuro del Paese – ha proseguito la Ministra – un futuro che dovrà vedere nell’agricoltura un settore di primaria importanza su cui fondare un rilancio economico e sociale dopo i mesi difficili che abbiamo vissuto e che purtroppo stiamo ancora vivendo. Attrattivo sempre più per le nuove generazioni e le donne, la più straordinaria leva per l’innovazione su cui il Paese può contare”.

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