Germania, boom di vigneti in città. Svolta green a Colonia, Berlino e Norimberga

COLONIA – Piccole vigne nel bel mezzo delle città. E’ il nuovo trend che sta segnando in maniera spettacolare le linee di città tedesche come Colonia, Berlino e Norimberga. Ai contorni grigi dei palazzi risponde in diversi quartieri il green dei vigneti.

Anche così, il vino, conquista fette di mercato importanti nelle scelte dei tedeschi, sempre più avvezzi al nettare di Bacco. Sono le colonne del Frankfurter Allgemeine Zeitung a dare risalto alla brillante idea di Thomas Eichert, tedesco di Colonia che ama definirsi “enologo cittadino autodidatta”.

Dopo una lunga battaglia con le istituzioni locali è riuscito a farsi dare il permesso di impiantare le viti in diverse aree della città del nord della Germania. Nota, tra l’altro, per essere la base degli spostamenti per molti ospiti della ProWein Trade Fair di Düsseldorf, la fiera del vino più importante al mondo, a livello di business.

Oggi non è difficile trovare Thomas Eichert mentre rassetta il terreno o fissa nel terreno pali di sostegno per le viti, in 30 punti diversi di Colonia. Come nella zona della Chlodwigplatz, dietro alle mura della pittoresca porta di Severinstorburg.

Quella che sembra un’idea rivoluzionaria, è invece connessa a doppio filo con la storia di Köln. Sono numerose le testimonianze della presenza di vigneti nella città, sin dal XVI Secolo.

Le aree coltivate a vite all’interno delle mura cittadine, su una copia colorata del Mercatorplan nel Museo del vino di Colonia, sono estese quasi quanto case, chiese e monasteri. Nel tardo Medioevo, infatti, in Germania c’erano circa 300 mila ettari di vigneti. Circa tre volte quelli attuali.

Stessa storia a Norimberga, dove a Patrik Fritz è stato concesso il permesso di allevare la vite di fronte a casa sua, nei pressi del castello. Purché l’attività sia svolta “a titolo gratuito”. Fritz, che tutti in zona conoscono come appassionato bevitore, non si è lasciato scappare l’occasione.

Ma è andato oltre, piantando tra le varietà anche il vitigno Adelfränkisch: un autoctono rarissimo, “in segno di protesta contro la corrente principale del vino in Germania”. Fritz, non a caso, si definisce un “enologo hipster“, in contrapposizione ai colleghi “più vecchi e più seri”.

In Germania, l’esplosione dei vigneti urbani non è relegata soltanto alla buona volontà dei singoli. L’Associazione Weingarten di Berlino ha 35 membri e mantiene nel mezzo del distretto Pankow, 650 piante di Riesling e 200 viti di altre varietà.

“Una pazza idea che non si adatta al cento per cento al contorno urbano”, chiosa il presidente Frank Pietsch.

Per la vinificazione delle uve e l’imbottigliamento, i soci Weingarten (letteralmente “Giardino del Vino”) si affidano a una nota cantina della zona sassone, la Weingut Schloss Proschwitz di Meißen.

In un’altra città tedesca, Fulda, situata a Nord Est di Francoforte, l’associazione presieduta da Barbara Hermann si occupa di tenere in vita la tradizione vitivinicola  frati francescani del chiostro Frauenberg, che altrimenti sarebbe andata perduta.

Centoquaranta i membri di questo “Club dell’Uva”, che produce vino anche per 150 cittadini della zona, oltre a organizzare tour guidati per i turisti. Un’attività di comunicazione studiata nel dettaglio e di successo.

COME A PRAGA
Eppure, il fenomeno sembra interessare anche altre aree d’Europa. Un’altra città dove i privati tengono viva la viticoltura urbana è Praga. Non a caso, il nostro wine tour in Moravia ha interessato anche la capitale della Repubblica Ceca, ricca di veri e propri monumenti al vino, proprio accanto a quelli più conosciuti.

http://www.vinialsupermercato.it/praga-valtice-wine-tour-vini-vigneti-della-repubblica-ceca/

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