Emergenza ungulati, la Toscana si mobilita

Richiesti non solo risarcimenti ma un piano sostenibile per la soluzione del problema

“E’ evidente che siamo di fronte a un’emergenza che, come ci hanno purtroppo dimostrato i fatti di Milano e i tanti fatti che succedono continuamente in Toscana, oramai ha superato i livelli di guardia. Per questo abbiamo deciso una mobilitazione collettiva con tutte le associazioni del mondo agricolo che dalla Toscana faccia sentire il proprio allarme sia alle istituzioni regionali che nazionali”.

Così Luca Sanjust presidente di Avito, l’associazione che raggruppa tutti i consorzi di vino toscani riassume il senso del vertice che l’associazione ha tenuto lo scorso 23 gennaio con tutte le organizzazioni delle aziende agricole e del mondo cooperativo.

“Abbiamo sollecitato le varie organizzazioni toscane – spiega Sanjust – di verificare con i loro rispettivi livelli nazionali l’opportunità di andare a sollevare il problema gestione ungulati a livello parlamentare e legislativo. Siamo dinanzi ad una grossa contraddizione: infatti mentre la proprietà degli animali è in capo allo Stato, la loro gestione è delegata alle Regioni che però non hanno le risorse necessarie per farlo né queste le vengono trasferite dallo Stato”.

“Il problema che sollevano le categorie agricole – continua il presidente di Avito – non è relativo alla mera richiesta dei risarcimenti dei danni, alle produzioni agricole ed agli impianti vitati, ai terrazzamenti, provocati dagli ungulati, che comunque esiste e viene solo parzialmente soddisfatto, ma la predisposizione di piani concreti per superare definitivamente questa emergenza per ricondurre ad una presenza sostenibile il numero dei capi, anche con soluzioni di lungo termine che vadano oltre il semplice abbattimento, che risolve solo la fase di emergenza.”

“Va in questa direzione la nostra richiesta – aggiunge Sanjust – sostenuta da tutte le organizzazioni professionali, e cooperative del mondo agricolo della Toscana, con qualche richiesta più stringente e mirata come ad esempio una maggiore efficacia sia nel campo degli abbattimenti da parte delle squadre dei cinghiali, che dei risarcimenti dei danni”.

“Inoltre – prosegue – si deve intervenire sulla semplificazione delle procedure per permettere anche ai proprietari dei fondi di procedere agli abbattimenti, rotazione delle squadre nella direzione comunque di un rapido rinnovo della legge obiettivo regionale di cui abbiamo potuto constatare che, anche se timido, qualche miglioramento l’ha prodotto”.

“Una legge regionale – conclude Sanjust – che assolutamente dovrà essere migliorata snellendo le procedure burocratiche, controllando e migliorando la gestione e operatività degli ATC e principalmente concretizzando una maggiore rispondenza degli abbattimenti ai piani programmatici”.

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