Cinquantadue giorni in più di dazi su vino e cognac di Francia e Germania. Così gli Usa hanno deciso di modificare nuovamente le tariffs sui prodotti Ue, nell’ambito della controversia sugli aeromobili civili di grandi dimensioni Airbus-Boeing. Ancora una volta esclusa l’Italia, che tira un sospiro di sollievo specie nel comparto agroalimentare.
La lista esatta dei prodotti soggetti a dazi aggiuntivi sarà diffusa a gennaio 2021 dall’Ufficio esecutivo dell’United States Trade Representative (Ustr). Oltre a vini e distillati, saranno incluse parti di fabbricazione di aeromobili dei due Paesi dell’Unione europea.
Quello odierno è solo l’ultimo adeguamento degli Usa su alcuni prodotti importati dall’Ue, dopo l’autorizzazione del Wto a imporre dazi per circa 7,5 miliardi di dollari, nell’ottobre 2019.
Gli Stati Uniti ritengono di aver “implementato le proprie contromisure in modo moderato, utilizzando i dati commerciali dell’anno solare precedente per determinare la quantità di prodotti da colpire”.
Nel settembre 2020, l’Ue è stata a sua volta autorizzata dalla World Trade Organization, l’Organizzazione mondiale del Commercio, a imporre tariffs per 4 miliardi di dollari nei confronti dei prodotti importati dagli Stati Uniti.
“Nell’attuazione delle sue tariffe, tuttavia – denuncia l’Ustr – l’Ue ha utilizzato dati commerciali di un periodo in cui i volumi degli scambi erano stati drasticamente ridotti a causa degli orribili effetti sull’economia globale del virus Covid-19”.
Il risultato di questa scelta è stato che l’Europa ha imposto tariffe su molti più prodotti di quelli che sarebbero stati coperti se avesse utilizzato un periodo ‘normale’. Sebbene gli Stati Uniti abbiano spiegato all’Ue l’effetto distorsivo del periodo di tempo selezionato, l’Ue ha rifiutato di modificare il proprio approccio“.
Di conseguenza, “per mantenere le due azioni proporzionate tra loro”, gli Usa sono costretti a cambiare il proprio periodo di riferimento, adottando lo stesso utilizzato dall’Unione Europea.
“Tuttavia, per non aggravare la situazione – sottolinea l’United States Trade Representative – gli Stati Uniti stanno adeguando la copertura del prodotto a un importo inferiore rispetto al totale che sarebbe giustificato utilizzando il periodo di tempo scelto dall’Ue”.
Sempre secondo gli Stati Uniti, l’Unione europea avrebbe “fatto una scelta che ha ingiustamente aumentato la quantità di ritorsioni, escludendo peraltro dal calcolo il commercio nel Regno Unito e aumentando così ingiustamente le ritorsioni per i 52 giorni in cui il Regno Unito è rimasto all’interno dell’Ue a fini tariffari per effetto della Brexit“. “L’Ue – avvertono gli Usa – deve prendere alcune misure per compensare questa ingiustizia“.
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