Vino contraffatto nel Lazio: svelato il sistema. Indagini dell’Icqrf in tutta Italia

Lo sfuso passava dalla cantina clandestina a quella ufficiale, che lo commercializzava

Una cantina clandestina” e una “ufficiale“, che veicolava il vino contraffatto con acqua, zucchero e mosti concentrati. Vige il massimo riserbo sul maxi sequestro operato nelle scorse 24 ore dall’Icqrf nel Lazio. Le indagini, coordinate dal Procura della Repubblica di Tivoli guidata da Francesco Menditto, sono tuttora in corso.

In azione trenta uomini dell’Ispettorato centrale repressione frodi del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Sotto sequestro oltre un milione di litri di vino sfuso e in bottiglia, per un valore commerciale di oltre un milione di euro. Cifre che potrebbero salire nelle prossime ore.

Secondo fonti di WineMag.it, il vino stava per essere messo in commercio. Si è trattato dunque di una importante operazione preventiva. Il vino veniva contraffatto nel laboratorio di una cantina clandestina, non presente sul registro telematico.

Si tratta per lo più di sfuso che, al momento dell’operazione dell’Icqrf, era in attesa dell’imbottigliamento o di un ulteriore “taglio”, probabilmente con vino a Denominazione. Nessun rischio, assicurano gli inquirenti, per la salute dei consumatori. La frode, infatti, veniva compiuta in maniera “tradizionale”, tramite l’aggiunta di acqua, zucchero e mosti.

Grazie ad appostamenti e registrazioni video nei dintorni del laboratorio clandestino – sulla cui collocazione vige tuttora il massimo riserbo – gli uomini dell’Icqrf sono riusciti a risalire alla cantina “ufficiale”, che gestiva le partite di vino contraffatto.

Ad incastrare i titolari, oltre alle immagini acquisite dagli inquirenti, anche l’analisi dei registri, che dimostrerebbero le discrepanze sui quantitativi delle uve trasformate in vino. Le indagini in corso in queste ore su tutto il territorio nazionale serviranno a stabilire da quanto tempo perdurava il sistema criminoso.

Sempre secondo fonti WineMag.it, nel mirino ci sarebbe anche la documentazione amministrativa e contabile, utile a definire la destinazione di eventuali partite di vino contraffatto, nell’ambito di una rete ormai nota agli inquirenti.

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