Gerry Scotti divide l’Oltrepò pavese. Il Consorzio: “Una star che valorizzerà il territorio”

Quando i “nemici” ce li hai in casa da sempre, tanto da non notarli più, comodamente seduti sul (tuo) divano a guardare la (tua) tivù, sgranocchiando (i tuoi) pop corn, imbrattando d’unto il (tuo) telecomando, anche gli “amici” rischiano di sembrare “brutti ceffi” al videocitofono. Specie se suonano con qualche anno di (colpevole?) ritardo. Già perché non tutti – in quell’angolo chiamato Oltrepò Pavese, incastrato da uno sciamano tra il paradiso e l’inferno dell’enologia italiana – sarebbero disposti ad aprire la porta volentieri al “Gerry Scotti viticoltore”.

Lo “Zio” più amato dal pubblico televisivo italiano, trattato alla stregua dei Testimoni di Geova. Proprio nella sua terra d’origine. La reazione sui social alla notizia che il conduttore Mediaset inizierà presto a produrre una linea di vini con l’appoggio della storica cantina Giorgi di Canneto Pavese è stata a tratti rabbiosa, a tratti polemica e a tratti – rari – di curiosa aspettativa. In pochi, insomma, sono pronti a scommettere ad occhi chiusi sul “vino democratico” di Gerry.

TUTTI CONTRO GERRY
“Suppongo sarà l’ennesima porcheria commerciale – commenta sui social il primo dettrattore – solo a sentir dire ‘un vino frizzante’ mi viene la pelle d’oca”. Ne segue una sfilza. “Ma perché ognuno non continua a fare il suo mestiere? Faccia il conduttore e beva il vino che vuole. Se poi deve essere un’operazione di marketing la si faccia con buon senso”. “Meno male che arriva il Gerry Scotti a salvare l’Oltrepò Pavese con il suo vino ‘democratico’. Ma come, non precisa che è anche antifascista?”.

“Ma come si permette Gerry Scotti di parlare di vino a basso costo in Oltrepò?”, chiede un altro. “L’Oltrepò in giro per l’Italia è già vista terra di vini mediocri a basso costo. Ed avremmo anche necessità che Scotti promuova una sua linea di vini a basso costo? Direi proprio di no. Ben venga a questo punto un Tavernello… un prodotto da tavola senza denominazioni territoriali, legato ad un marchio privato e “costruito” con estrema semplicità, senza difetti”.

A far discutere è il prezzo di vendita, insomma. Che ancora nessuno conosce, dal momento che la presentazione della linea di vini di Gerry Scotti avverrà a Verona, in occasione di Vinitaly 2017. Qualcuno dei commentatori, di fatto, è più cauto. “Dipende tutto dal margine che uno vuole applicare. Diciamo la verità certi blasonati vini toscani, pensate possano davvero valere così tanto? E’ tutto valore aggiunto che i poveri consumatori associano a qualità, ma non sempre è proporzionale”.

Altri – ma sono pochi, pochissimi – criticano chi critica. “Io credo che Gerry Scotti intenda dire che ha un’idea di un vino “da tutti i giorni”, magari da 5 euro e che può essere comunque tecnicamente ben fatto. Non esageriamo nei complottismi, credo esprimesse l’idea di voler un vino non per forza esclusivo come quello prodotto ormai da tanti suoi colleghi Vip. Non attacchiamolo solo per un ‘pourparler‘ a Radio Deejay. Lui non intende essere il salvatore di nessuno (tantomeno dell’ Oltrepó Pavese) ha espresso solo un’ opinione e magari un suo progetto personale. Ma in Oltrepó c’è sempre da fare il tifo pro o contro a priori? Boh”. “Bisogna ancora intendersi sul vino ‘che costi poco’. Penso che non intenda fare beneficenza”, commenta un altro ‘compaesano’ di Gerry, in attesa di maggiori delucidazioni.

LA POSIZIONE DEL CONSORZIO
“Credo che si tratti di un’operazione che farà bene all’intero territorio – commenta Emanuele Bottiroli, direttore Consorzio di Tutela Vini Oltrepò Pavese -. Gerry Scotti ha parlato di ‘vino democratico’. Questo aggettivo, ‘democratico’, ha aperto a molti interrogativi. Sui social, gente ignorante, che non sa di cosa parla, si è scatenata dicendo che Scotti viene in Oltrepò a produrre un vino da taglio prezzo. E’ un’assurdità totale, un’idiozia. Credo che ci sia sempre da ricordare cosa vuol dire ‘prezzo democratico’ per una star del suo calibro, che colleziona orologi di lusso, è un amante del ‘bel vivere italiano’ e, soprattutto, è un personaggio che ha legato la sua notorietà a valori etici, a una grande umanità, a un grande rapporto con la gente”.

“Se il vino di Gerry Scotti, come pare, dovesse arrivare in Grande distribuzione e Gerry Scotti, che poteva scegliere di farlo ovunque, non solo è venuto in Oltrepò ma ha scelto come partner un’azienda come Giorgi, produttori di filiera e famiglia che lega la sua storia e la sua stessa esistenza al vino di qualità, beh, c’è solo da essere felici”, continua Bottiroli, sicuro che “l’operazione avrà un riverbero positivo su tutto il territorio”. “Credo che una grande star che sceglie di venire in Oltrepò Pavese sia un segnale di incoraggiamento per i nostri produttori, che non devono avere paura di combattere non sul prezzo più basso ma sulla qualità che si sposi anche col prezzo”.

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