Eruzioni e terremoto: l’Etna vissuto dai vignaioli di Randazzo

Désirée Puglisi di Enò-Trio a WineMag: “Il vulcano spaventa quando non si fa sentire”


RANDAZZO –
Sembra essersi assestata la situazione sull’Etna, dopo le eruzioni e le scosse di terremoto che hanno generato il panico tra gli abitanti. A Zafferana Etnea e Acireale, due dei centri più colpiti dal sisma, gli sfollati stanno trovando ricovero in alcuni alberghi messi a disposizione dalla Regione Sicilia.

Notizie confortanti arrivano anche da Randazzo, sul versante Nord. Abbiamo raggiunto telefonicamente Nunzio, Stefany e Désirée Puglisi, padre e figlie che conducono l’azienda vitivinicola Enò-Trio in Contrada Calderara. Una famiglia che ama la propria terra, temendo il vulcano ma rispettandolo al punto da metterlo in etichetta.

Qualche minuto prima della scossa iniziale – racconta Désirée – mi trovavo in pescheria, a completare gli ultimi acquisti per la cena della Vigilia di Natale. A un tratto una signora in fila si accorge del terremoto. Eravamo in 10 circa e nessuno si è allarmato. Abbiamo fatto subito collegamento alla Montagna: ‘Scassau a muntagna’ dicevano tutti”.

Rientrando a casa, la giovane produttrice posta sul profilo Facebook della cantina la foto dello spettacolo offerto dal vulcano. Non senza preoccupazione. “Mio zio che abita a Linera, a pochi chilometri da Zafferana Etnea, ha iniziato a inviare diverse foto e video della nube di cenere che stava colorando le strade e le case, senza nessun avvertimento”.

“Tutto il giorno semplice spettacolo – ricorda Désirée – ma lo stesso zio, in piena notte, scrive di trovarsi per strada con la sua famiglia perché c’è stato un terremoto fortissimo. Tutta la popolazione si trova nei punti di ritrovo, racconta di panico e di ansia generale. Ma per fortuna nessun danno, nel suo Comune. Solo il rumore tremendo e le immagini di una casa che sta per crollargli addosso”.

A Randazzo invece, dove vive Désirée, il terremoto “si è avvertito poco, senza nessun allarme particolare”. Cosa si prova al cospetto dell’Etna in eruzione? “Non si può descrivere – commenta la vignaiola – è una sensazione a metà tra l’essere ansiosi e l’essere sbalorditi. Preoccupazione per i parenti che stanno dall’altro lato, pronti a fuggire in caso di necessità”.

Ma noi viviamo qui. Questo è il nostro modo di vivere. E sappiamo che accade tutto questo, ogni tanto. Il problema si pone quando l’Etna non si fa sentire”

Secondo quanto riferisce l’Osservatorio Etneo dell’INGV (Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia) sulla base delle attuali manifestazioni, sarebbero esclusi, al momento, problemi alle popolazioni ed alle principali infrastrutture.

“L’effusione lavica prodotta si riversa dalla base del Nuovo Cratere di Sud-Est entro l’ambiente desertico dell’ampia Valle del Bove. Tuttavia, sebbene le evidenze vulcanologiche più superficiali indichino una diminuzione dell’attività eruttiva generale, le informazioni desunte dai segnali geofisici non permettono di escludere una possibile alimentazione, tuttora in corso, del dicco che si è intruso”.

“Sulla base della distribuzione della sismicità attuale – continua l’Osservatorio – tale dicco potrebbe interessare un settore diverso dall’attuale teatro eruttivo, con l’apertura di nuove fratture eruttive a quote più basse di 2400 metri, in coincidenza della parete occidentale ed in quella meridionale della Valle del Bove”.

L’Osservatorio Etneo dell’Ingv sta monitorando senza sosta l’evolversi dei fenomeni in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile e tutte le Autorità di Protezione Civile.

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