Torcolato, il vino dolce non dolce di Breganze. Buono anche da “vecchio”

Emozionante degustazione “retrospettiva” di 10 etichette, dagli anni Settanta ai primi del Duemila


BREGANZE –
Era il vino della Domenica. Quello da regalare. Da stappare nei giorni di festa o di speciali ricorrenze. Il Torcolato di Breganze, noto come il vino “dolce non dolce” per il suo equilibrio e l’ottimale freschezza, supera piuttosto bene la prova del tempo in occasione di un’emozionante retrospettiva, organizzata nell’ambito della Prima del Torcolato 2019.

La degustazione, organizzata nel salone-enoteca della cantina Io, Mazzucato, ha visto protagoniste 10 etichette di 7 produttori, dal 1972 al 2007: Contrà Soarda, Vitacchio, Ca’ Biasi, Beato Bartolomeo, Firmino Miotti, Maculan e Caterina Maltauro. Ecco come è andata.

Sarson Contrà Torcolato 2007, Contrà Soarda: 90/100

Giallo dorato intenso. Così come molto intenso è il naso. Note di frutta secca in evidenza: arachidi, nocciole. Ma anche zenzero e miele. Completa il corredo una nota “verde” fresca e giovanile, che anticipa un palato ancora freschissimo. Speziatura evidente, tanto da attenuare la percezione “dolce”. Un Torcolato giocato appunto sulla freschezza, nello stile della cantina. Con tanta vita ancora davanti.

Torcolato 2006, Vitacchio Cav. Guerrino: s.v.

Ambrato alla vista. Naso mieloso, fresco, dosato, non esplosivo. Uvetta passa, albicocca, zenzero candito. Leggerissimo idrocarburo. Palato piuttosto duro, scomposto. Spunto acetico.

Torcolato 2005, Ca’ Biasi: 92/100

Colore tendente all’ambrato. Richiami di idrocarburo netti al naso, già avvertiti in vendemmie più recenti del medesimo produttore, anche se in maniera meno decisa. Olfatto complesso, grazie all’apporto di altri sentori: zafferano, macchia mediterranea, vaniglia, liquirizia. Ingresso di bocca fresco e allungo balsamico. Pregevole equilibrio tra acidità e percezione dolce.

Torcolato 2003, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze: 87/100

Un Torcolato dosato, non esplosivo, che non dà l’idea di una grande concentrazione. Annata calda, di fatto, con poca escursione termica tra il giorno e la notte. Vino facile da bere, con bella chiusura leggermente speziata. Sufficiente anche la persistenza.

Torcolato 2001, Vitacchio Cav. Guerrino: 90/100

Colore ambrato. Naso dominato da una bella speziatura, ma anche da eleganti note floreali, oltre che di cera d’api e di talco. In bocca a esaltarsi è una freschezza più che mai viva, unita a una percezione “dolce”, mielosa, attenuata appunto dall’acidità e da ricordi di caldarrosta. Buona la persistenza.

Torcolato 1995, Firmino Miotti: 92/100

Si cambia secolo, ma le emozioni continuano. Dalla veste color ambra si liberano richiami di nocciola e arachidi. Al palato dattero, agrumi maturi, zenzero candito. Freschezza presente, ma non esplosiva. Lunghezza più mai dignitosa e tutta giocata sulla sapidità, che al momento sovrasta anche le note ossidative. Un Torcolato più che mai godibile e tipico.

Torcolato 1992, Maculan: 84/100

Ha perso quasi tutta la caratteristica “dolcezza” questo Torcolato, che pare “concentrato” strenuamente nel mantenimento della freschezza. Che in effetti si ritrova ancora, al palato. Ma l’allungo manca e la beva è semplice e senza guizzi.

Torcolato 1990, Cantina Beato Bartolomeo da Breganze: 90/100

La sorpresa più grande della degustazione: l’ottimo stato di “forma” del Torcolato 1990 della cantina sociale di Breganze. Color ambra, naso in prevalenza sulla frutta secca e sulla nocciola. In bocca una piacevolissima nota ossidativa, unita a richiami corrispondenti al naso, quasi cremosi. Assaggio davvero piacevole.

Torcolato 1983, Maculan: 88/100

Ambra. Al naso nota torbata, quasi da whisky. Annata calda che regala una percezione leggera di tannino, per via (forse) di una raccolta leggermente anticipata delle uve, per evitare di perdere l’equilibrio tra freschezza e dolcezza. Bella consistenza tattile del nettare al palato. Lunghezza appena sufficiente.

Torcolato 1972, Caterina Maltauro: 80/100

Nota dolce quasi esasperata e gran concentrazione, unita a sentori nuovamente assimilabili alla torba.

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