Tignanello falso su Tannico, Magnocavallo: “Indagini Nas, concorrenti non marcino”

Antinori a conoscenza: la cantina collabora con le forze dell’ordine. E il cliente si tiene la bottiglia

Sulla bottiglia di Tignanello falso venduta da Tannico sono in corso indagini dei Nas. A confermalo, attraverso una telefonata a WineMag.it, è Marco Magnocavallo, Ceo e Co-founder della più vasta enoteca online d’Italia. “Abbiamo fatto tutto il possibile”, sottolinea. E aggiunge: “I concorrenti non marcino su questa notizia”.

A far scattare le indagini del Nucleo anti sofisticazione dei Carabinieri di Milano è stato lo stesso numero uno di Tannico. “Il 2 aprile – spiega Marco Magnocavallo a WineMag.it – il nostro servizio clienti ha ricevuto la segnalazione da parte di un cliente che sosteneva di aver acquistato una bottiglia falsa di Tignanello”.

L’acquirente, bresciano, contatta anche privatamente il Ceo, su Linkedin. “Gli abbiamo risposto immediatamente, proponendo non solo il rimborso, ma anche il ritiro a domicilio della bottiglia, ovviamente a spese nostre. L’idea era quella di fare le nostre verifiche, trattandosi di un caso particolare”.

“Lo scambio di email e messaggi va avanti a lungo – racconta Magnocavallo – anche perché gli Antinori, da me contattati, dicono che è fondamentale avere bottiglia, perché c’è un’indagine dei Nas in corso. Ho dunque insistito con il cliente, che invece ha scelto di tenersi la bottiglia. Cosa che non ha sorpreso gli Antinori: mi hanno detto di conoscere bene l’acquirente, a quanto pare una persona avvezza a generare clamore”. Clamore che non riguarda la falsificazione della bottiglia, ma le “polemiche dopo l’acquisto”.

Ordina Tignanello su Tannico: scopre che è falso

Nel frattempo, Tannico avvia le ricerche nel proprio magazzino. “Abbiamo scoperto di avere altre 3, 4 bottiglie dello stesso lotto – evidenzia il Ceo di Tannico – che abbiamo ritirato e spedito ad Antinori, per la controprova. L’8 aprile, la cantina ci ha confermato che si trattava di Tignanello falso. Ho dunque deciso di contattare i Nas”.

Lo scambio di email va avanti per quasi una settimana, sino a che il nucleo Carabinieri per la Tutela della Salute convoca Marco Magnocavallo negli uffici di Milano, in via della Moscova, 2. “Era il 17 aprile – ricorda il fondatore dell’enoteca online – in pieno lockdown. Meglio di così non penso avremmo potuto gestire la situazione”.

Ma da dove arrivano le bottiglie false? Proprio su questo dettaglio si stanno concentrando le indagini dei Nas. “Come tutti i professionisti del settore – spiega Marco Magnocavallo a WineMag.it – noi acquistiamo le vecchie annate, quelle che chiamiamo ‘Vini rari‘, da quattro canali: cantine, aste, ristoranti e collezionisti privati”.

“Nel caso della bottiglia di Tignanello falso, siamo stati contattati da un fornitore collezionista privato – sottolinea il Ceo di Tannico – una persona fidata, che ci aveva già venduto altre bottiglie. Conservo ancora la email in cui ci parla di 6 bottiglie di Tignanello 2001 che avrebbe potuto acquistare a buon prezzo da un amico. Il prezzo soddisfaceva anche noi, dunque le abbiamo comprate”.

Si tratta di un collezionista italiano, attorno al quale si stanno stringendo sempre più le maglie delle forze dell’ordine. Un caso che, per Magnocavallo, non mina la credibilità del brand: “Tutto questo polverone messo in piedi tra i clienti – afferma – è frutto di invidia verso Tannico, nonché della volontà di darci fastidio”.

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