Attilio Scienza a produttori Etna Doc: «Mga e Uga Contrade? Non siamo in Borgogna»

Il presidente del Comitato nazionale vini: «Ridurre a 6 macroaree». Il Consorzio: «Spunto di riflessione»

Il presidente del Comitato nazionale vini invita a ridurre a 6 le macroaree. Il Consorzio «Importante spunto di riflessione»
«Vi sembra razionale produrre tanti vini come la Borgogna, che ha 450 denominazioni ma ha anche dietro una storia di qualche centinaio di anni? Io non dico ai produttori di annullare le differenze tra le Contrade dell’Etna, ma di cercare di razionalizzarle. Vi dovete mettere di fronte al mondo». È arrivato forte e chiaro, a Contrade dell’Etna 2022, il messaggio del professor Attilio Scienza ai produttori dell’Etna Doc.

In occasione del convegno di apertura dell’annuale kermesse etnea, in corso sino al 4 aprile al Picciolo Etna Golf Resort di Castiglione di Sicilia (CT), il presidente del Comitato nazionale vini ha espresso la sua opinione su un passaggio cruciale dell’iter verso l’Etna Docg: la zonazione delle 132 Contrade del vulcano siciliano e l’ipotesi che queste diventino Mga e Uga.

«Al giorno d’oggi – ha sottolineato il prof Attilio Scienza, rivolgendosi ai produttori etnei presenti in sala – è molto più semplice chiedere una Docg rispetto al passato. Giustamente anche voi tenderete a promuovere il riconoscimento di Uga (Unità geografiche aggiuntive) e Mga (Menzioni geografiche aggiuntive). Lo ha fatto Soave, lo sta facendo l’Alto Adige. Lo ha fatto Barolo e il Vino Nobile di Montepulciano (con la menzione “Pieve”, ndr)».

Il ragionamento che farà il Comitato nazionale vini nei prossimi anni è molto preciso. A questa crescente domanda di Uga ed Mga dei territori si risponderà in un certo modo. Altrimenti si farà la fine di tutti quelli che chiedono la Docg e vedranno respinta la domanda nei prossimi anni.

All’interno del Comitato nazionale vini stiamo infatti modificando i requisiti necessari per chiedere la Denominazione di Origine controllata e garantita, che adesso sono molto banali. Basta dimostrare che il vino abbia una certa “notorietà”: ma cosa vuol dire notorietà?!».

L’ITER DI RICHIESTA DI MGA E UGA

Per la richiesta di Uga o Mga, ha anticipato il prof Attilio al Convegno d’apertura di Contrade dell’Etna 2022, «si dovrà dimostrare scientificamente una differenza oggettiva. Nello specifico, ogni contrada dovrà essere diversa dall’altra. L’ideale sarebbe invece mettere assieme quelle con caratteristiche simili. Riuscirete a fare questo?».

La proposta di Attilio Scienza è di fondare l’individuazione delle future Uga / Mga «su una base geopedologica che interessa i versanti dell’Etna». Secondo i dati presentati dal presidente del Comitato nazionale Vini, le future “menzioni” o “unità” potrebbero così ridursi a 6.

«Le contrade – ha evidenziato il prof Scienza – sono all’interno di 6 modelli geopedologici. Potremmo utilizzare questa “carta” per cominciare a dare loro un certo ordine, sulla base di una realtà dimostrabile. Ho centinaia di dati che caratterizzano queste 6 macrozone. Questa è la mia idea di lavoro per il futuro».

LA RISPOSTA DEL CONSORZIO: «IMPORTANTE SPUNTO DI RIFLESSIONE»

Il presidente del Comitato nazionale vini invita a ridurre a 6 le macroaree. Il Consorzio «Importante spunto di riflessione»
«Quanto detto dal prof Attilio Scienza – commenta a winemag.it il presidente del Consorzio vini Doc Etna, Francesco Cambria – è un importante spunto di riflessione. Ne parlavo anche con altri amici e produttori, in precedenza: va dato un substrato di scientificità agli argomenti e agli investimenti che facciamo sul territorio».

Pensare di ridurre il numero di contrade inserite con la modifica del disciplinare del 2011 è però un azzardo. Molto più credibile, invece, individuare quattro, cinque o sei macroaree, all’interno delle quali possano confluire le varie contrade, sulla base delle medesime caratteristiche di esposizione, suoli e territorio».

«Non bisogna dimenticare – aggiunge Cambria – che l’Etna è un territorio dove ci sono tantissime piccole realtà. Contiamo 385 produttori di uva, di cui il 43% si avvale di superfici di vigneti tra uno e due ettari».

«Pensare di eliminare una contrada che fa parte della storia di un piccolo produttore potrebbe non essere la scelta giusta. Lo è, invece, l’idea di raggrupparle su basi e fondamenti scientifici. Sì all’indicazione “Nord Est” o “Nord”, per esempio – conclude il presidente del Consorzio Doc Etna – mantenendo però anche in etichetta il nome della rispettiva contrada».

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