L’annuncio del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, al Forum di Manduria
Per la prima volta sarà possibile usare risorse dei fondi di coesione per la costruzione di bacini di accumulo e invasi. Una soluzione fondamentale per trattenere l’acqua durante le piogge e gestirla nelle emergenze. Un riconoscimento ufficiale del valore strategico dell’oro blu, per agricoltura e sviluppo economico. A dare lo storico via libera alle forme di finanziamento per la costruzione degli invasi, chiesti a gran voce da mezzo mondo del vino italiano, è l’Ue.
Negli ultimi tre anni, il settore agricolo italiano ha accumulato perdite superiori ai 20 miliardi di euro per via del caldo estremo e della siccità. L’estate 2025 conferma il trend, come sottolineato da Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, intervenuto oggi al Forum di Manduria.
IL RUOLO DEGLI INVASI: UNA PROPOSTA NEL TEMPO
Coldiretti spinge da tempo su un «grande piano nazionale per gli invasi», per far fronte a una siccità che, solo nel 2022, ha provocato circa 3 miliardi di danni. Con fiumi e laghi a secco, l’89% dell’acqua piovana non viene trattenuta. Il decreto Siccità ha avviato strumenti per la manutenzione e realizzazione di invasi diffusi, insieme a misure per il riutilizzo delle acque reflue e infrastrutture di desalinizzazione.
IN SICILIA: L’ALLARME INVASI E STATO DI CALAMITÀ
In Sicilia, secondo la regione e operatori agricoli, moltissimi invasi – eredità degli anni Cinquanta – non godono della necessaria manutenzione. Solo 22 su 46 risultano funzionanti. Questo riduce drammaticamente la capacità di accumulo: la diga della Trinità, con potenzialità per 18 milioni di m³, ne trattiene solo 4 milioni . L’appello all’attivazione di uno stato di calamità e a un “Piano Marshall” per la rete dighe è pressante., come evidenziato dall’intervista di Winemag al presidente della cooperativa vinicola siciliana Colomba Bianca, Dino Taschetta.
MICRO-INVASI E VITIGNI RESILIENTI: PROPOSTE SPECIFICHE
Sul fronte vitivinicolo, l’Associazione Città del Vino propone micro-invasi e l’uso di vitigni Piwi, resistenti a malattie e siccità. Un modello vincente richiede una collaborazione tra comuni, università, centri di ricerca e una gestione intelligente delle acque. Nel Sud e in Sicilia, enologi come Emiliano Falsini sottolineano l’urgenza di un «piano di regimazione delle acque, costruzione di invasi fruibili dagli agricoltori, rimboschimento per contrastare la desertificazione e lotta agli incendi». Queste azioni vanno integrate con infrastrutture su scala europea, come previsto ora dai fondi Ue.
Ue approva fondi per invasi, chiesti anche dai viticoltori italiani. https://www.coldiretti.it/notizie/caldo-sos-colture-nei-campi-giu-produzione-di-latte.