Nuova avventura nella regione di Šumadija per il numero uno di Assoenologi e patron di Falesco. «Grandi potenzialità – assicura – nel Paese che ha dato i natali a Novak Djokovic, simbolo di orgoglio nazionale e determinazione».
Riccardo Cotarella, uno dei più noti enologi italiani a livello mondiale, ha avviato un progetto vitivinicolo nel villaggio di Misača, nella municipalità di Aranđelovac, nella Serbia centrale. La sua intenzione è quella di elevare la qualità locale, fino ad ottenere il riconoscimento di «miglior vino prodotto in Serbia». Cotarella, sesta generazione di una famiglia di viticoltori umbri, con la storica azienda Falesco, ha già dato il via libera alla costruzione di una cantina moderna, tra i vigneti. A riferirlo è Danas, quotidiano serbo indipendente.
LA ZONA DI MISAČA: UN TERROIR RICCO DI POTENZIALITÀ
Misača si trova nella regione di Šumadija, a sud della capitale Belgrado. La regione vinicola è caratterizzata da dolci colline e monti di altitudine variabile tra i 100 e 1.130 metri. La municipalità di Aranđelovac, in particolare, a 257 metri sul livello del mare. Il territorio presenta un mosaico di suoli vulcanici su substrati calcarei, con buona esposizione e drenaggio, condizioni ideali per la coltivazione della vite. Qui si coltivano varietà autoctone come il Prokupac, apprezzato per la sua struttura e freschezza.
Elementi che Cotarella intende valorizzare con tecniche moderne. Cotarella sottolinea come il vino sia «il principe della scena gastronomica» e una «responsabilità economica e culturale». «Il vino non è un gioco – evidenzia nell’intervista concessa alla testata indipendente serba -. La produzione vinicola richiede carattere, passione e tecnologia, oltre al rispetto delle radici e della tradizione familiare».
LA SERBIA TRA PASSATO E FUTURO DEL VINO
Cotarella riconosce alla Serbia una lunga storia vinicola, «che non è stata adeguatamente trasferita nel presente». Dopo un periodo di stagnazione, i Balcani dimostrano oggi una volontà di rilancio attraverso innovazione e imprenditorialità. Ingenti gli investimenti da parte del governo serbo, per rilanciare un settore chiave anche grazie ad eventi che stanno diventando un cardine per la zona, come Wine Vision by Open Balkan. «Il vino è nato qui, non in Italia o in Francia», afferma Cotarella nell’intervista, auspicando che la Serbia possa «riconquistare il ruolo di protagonista vitivinicolo, grazie a un ritorno alle radici supportato dalla tecnologia».
COTARELLA PRODURRÀ VINO IN SERBIA: «AMMIRO NOVAK DJOKOVIC»
Tra le motivazioni che lo hanno spinto a investire in Serbia, Cotarella cita l’ammirazione per Novak Djokovic, «simbolo di orgoglio nazionale e determinazione» e, a sua volta, produttore di vino nel Paese d’origine. Per il numero uno di Assoenologi, il vino è «uno strumento che unisce presente e passato, esprime la personalità del produttore e racconta la storia del territorio». Da qui il rinnovato approccio che si concretizzerà a Misača, con la sfida di «creare vini autentici, frutto di un terroir unico e della passione di chi lo lavora».