Crisi energetica, inflazione e una situazione internazionale delicata non scalfiscono il mercato dei fine wines. Che, anzi, continua a crescere a livello globale interessando anche l’Italia, dove il numero di investitori è in costante aumento. Non solo. Una delle aziende leader nel settore degli investimenti in fine wines ha già individuato le prossime frontiere: Avellinese ed Etna. «Zone – come spiega il Master of wine Gabriele Gorelli – dalle quali ci si può aspettare una grande crescita nei prossimi anni».
Sono tre i fattori che conferiscono valore ai vini di pregio: altissima qualità, rarità ed elevata domanda. Caratteristiche che continuano a proteggere dalle perturbazioni dei mercati tradizionali quel meno dell’1% della produzione mondiale definibile “fine wine”. Rendendola, a tutti gli effetti, un “bene rifugio”. Come l’oro o l’arte.
MERCATO DEI FINE WINES IN ASCESA
Nel trimestre appena trascorso, a ottenere i migliori risultati sono infatti stati gli indici Liv-ex Champagne 50 (+8,7%) e Italia 100 (+3,7%). L’indice italiano, che raccoglie 5 Super Tuscan e 5 produttori piemontesi, è in crescita continua: +15,4% nell’ultimo anno, +29% nel corso degli ultimi 2 anni e addirittura +48% nel quinquennio.
A contribuire al rafforzamento sul mercato secondario del valore dei vini pregiati italiani sono stati i dazi all’importazione imposti dagli Stati Uniti dal 2019 al 2021. Anche la quota di mercato internazionale dei fine wines italiani è salita dall’8,8% nel 2019 al 15,1% nel 2020 e al 15,4% nel 2021, stabilizzandosi all’11,8% nel 2022.
FINE WINES ITALIANI: TOSCANA IN TESTA, CRESCE IL PIEMONTE
La distribuzione dei territori dei vini di pregio italiani vede ancora in testa la Toscana, che rappresenta il 57,7% del mercato, ma con il Piemonte che è cresciuto maggiormente nell’ultimo anno. A crescere è anche il numero di italiani che decidono di investire nel settore, spesso giovani tra i 30 e 40 anni.
Liv-ex 100, l’indice che monitora l’andamento dei prezzi dei 100 dei vini pregiati più ricercati sul mercato secondario, negli ultimi due anni è cresciuto addirittura del 36,7%, conoscendo solamente una lievissima flessione – lo 0,3% – a luglio 2022, prima di ricominciare la sua salita ad agosto e settembre.
Il Liv-ex 1000, l’indice che monitora l’andamento dei prezzi sul mercato secondario di mille vini dei sette sottoindici delle aree vitivinicole più di pregio al mondo – ovvero il Bordeaux 500, il Bordeaux Legends 40, il Borgogna 150, lo Champagne 50, il Rodano 100, l’Italia 100 e il Resto del Mondo 60 – accentua ulteriormente questo andamento con una crescita del 37,8% negli ultimi due anni.
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Nato con la penna in mano, poi ci è finito pure un calice. Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi WineMag.it. Segno Vergine allergico alle ingiustizie, innamorato delle cause perse e del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto del lettore. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” in collaborazione con la redazione e partecipo come giurato a concorsi enologici internazionali. Nell’ultimo anno ho curato la selezione vini esteri per un importatore leader in Italia. Apprezzi indipendenza e qualità dell’informazione? Sostieni WineMag.it con almeno un euro al mese.