Ocm Vino, il Chianti punta 1 milione di euro sui mercati asiatici

Busi: “Cina e Giappone Cina e Giappone garantiscono le migliori performance di sviluppo”

FIRENZE – Il Consorzio Vino Chianti punta la sveglia alla Regione Toscana e prepara un investimento da 1 milione di euro sui mercati asiatici. E’ quanto emerge dalle ultime dichiarazioni del presidente Giovanni Busi, che sollecita la politica locale “affinché l’atteso nuovo avviso nazionale, dal quale discenderanno gli avvisi delle diverse Regioni italiane, possa concretizzarsi nel più breve tempo possibile, al fine di consentire l’avvio delle importanti spese promozionali del vino Toscano nel mondo”.

“E’ auspicabile che la Regione Toscana si impegni quanto prima – commenta il numero uno del Consorzio Vino Chianti – perché si possano creare le condizioni per l’emanazione degli attesi avvisi pubblici necessari per consentire l’assegnazione delle importanti risorse comunitarie (Ocm) destinate a sostenere la promozione del vino toscano nel mondo”.

“Oltre a tempi stretti e certi – aggiunge il presidente del Consorzio Vino Chianti – è necessario che la Regione Toscana riconosca nei bandi il ruolo e il valore dei Consorzi nella valorizzazione e promozione delle produzioni di qualità certificata. Un’azione consortile che è fondamentale per le piccole e medie aziende che senza il sostegno dei consorzi non potrebbero mai far conoscere all’estero e soprattutto in mercati lontani e difficili come quelli dell’Estremo Oriente i propri prodotti”.


“E’ fondamentale consentire ai Consorzi di presentare i propri progetti per l’attività promozionale 2019-2020 così da avere il tempo utile per iniziare l’attività effettiva di promozione sul campo dopo il 15 ottobre”, precisa Giovanni Busi. L’invito a Regione Toscana, che ha stanziato 11 milioni di euro, è quello di “confrontarsi con gli Enti preposti e il Ministero dell’Agricoltura”.

“Noi come Consorzio Vino Chianti – spiega Busi – non siamo stati fermi. Abbiamo cominciato a lavorare alle attività promozionali 2019-2020 con 1 milione di euro. In particolare ci siamo orientati a una azione di maggiore penetrazione nei mercati asiatici. Cina e Giappone soprattutto, che sono quelli che secondo le nostre ricerche garantiscono le migliori performance di sviluppo”.

Ma il tempo stringe. “Dobbiamo essere operativi a ottobre – avverte Busi – perché è in quel momento che i mercati orientali si attivano, a cominciare da quelli fondamentali di Hong Kong e Shanghai, in varie manifestazioni fieristiche e promozionali. Bucare quegli appuntamenti quindi vorrebbe dire per il nostro vino mancare a appuntamenti fondamentali per far conoscere le nostre produzioni e quindi per incrementare l’export”.

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