In mattinata l’assemblea dei soci dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che rappresenta circa l’80% dell’export di vino marchigiano, ha approvato all’unanimità modifiche sostanziali relative al Verdicchio Castelli di Jesi Doc e Docg.
Per la Docg la modifica del nome, ora Castelli di Jesi Docg (era Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg) con “Verdicchio” facoltativo e il trasferimento della tipologia “Superiore” dalla Doc alla Docg. Per la Doc è stato reso obbligatorio l’imbottigliamento nella zona di produzione.
«Abbiamo ritenuto fondamentale poter valorizzare il territorio attraverso una precisa identificazione dell’area produttiva in etichetta», ha detto il presidente del comitato della denominazione Verdicchio dei Castelli di Jesi, Michele Bernetti.
«Con il Superiore – ha aggiunto Beretti – la Docg diventerà la locomotiva dell’eccellenza enologica marchigiana anche in termini di numeri, passando da 1.000 a 20.000 ettolitri di produzione al termine dell’iter avviato oggi. Qualità sempre più salvaguardata anche per la Doc, con il divieto dell’imbottigliamento fuori zona».
«Nelle Marche stiamo riportando l’agricoltura al centro del dibattito. L’obiettivo è sfruttare al meglio i finanziamenti che arriveranno da qui ai prossimi 5 anni; contributi non ripetibili che dovranno essere sfruttati decidendo assieme alle imprese del vino dove intervenire», ha aggiunto l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Mirco Carloni.
«Lunedì scorso abbiamo portato in giunta il finanziamento del Pns (Programma nazionale di sostegno) aggiungendo circa 2 milioni di euro di finanziamento per garantire in tempi rapidi il plafond a tutta la graduatoria. Ora – ha detto l’assessore – stiamo mettendo mano in maniera radicale al Piano di sviluppo rurale (Psr) e le modifiche saranno importanti a partire dal suo corretto utilizzo».
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