Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato di Michele Rossetti, ex presidente del Consorzio di Tutela Vini Oltrepò pavese, che replica alle accuse mosse dall’attuale dirigenza.
Non sono al corrente degli atti e dunque non so di cosa si stia parlando. Sono comunque estraneo a ogni accusa e lo dimostrerò in ogni sede. Farò inoltre valere in ogni sede la tutela della mia onorabilità con ogni mezzo legale. Nel frattempo ciò che ho dato, detto e fatto nel corso del mandato parlano per me. È singolare che a parlare di questa vicenda sia il presidente di Terre d’Oltrepò, dimostrando chi comanda davvero in Consorzio.
È altrettanto singolare che su tutti gli amministratori vecchi e nuovi l’unico responsabile di un eventuale danno possa essere io. In Oltrepò chi non si allinea ai poteri forti va incontro al peggio. Il nuovo consiglio di amministrazione è per buona metà il vecchio consiglio di amministrazione, ma molti hanno perso la memoria.
So da tempo di essere scomodo perché vedo, penso e valuto con la mia testa. Qui valgono invece altre regole. I quasi tre anni di lavoro sui nuovi disciplinari sono stati annacquati, perché il nuovo che avanza avesse le mani libere.
Visto che sono di moda le azioni di responsabilità, mi aspetto anche un’azione nei confronti di chi ha prodotto il più grande scandalo del vino con conseguente danno reputazionale a tutti i produttori.
Per ora si scagliano contro di me che per un intero mandato, non retribuito, ho lottato per il bene comune senza prendere ordini da nessuno. Ora non mi perdonano di essere tra le anime critiche che non accettano il Consorzio dei muscoli, preferendo star fuori con l’Oltrepò della qualità.
Sorprende che un Consorzio che ogni settimana perde aziende di prestigio, per coprire i fallimenti della propria politica, sollevi polveroni a mezzo stampa che certo non fanno bene a nessuno. Il futuro che si profila non è fatto di dialogo e collaborazione ma di vendette”.
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