Uniti nella buona e nella cattiva sorte, «per evitare l’autodistruzione». Ma ognuno a casa propria, dopo 48 ore di convivenza sotto il tetto di Studio Novanta, in via Mecenate 88/A, a Milano. Vi.Na.Ri, acronimo di Vignaioli Naturali Riuniti, evento andato in scena nel capoluogo lombardo il 12 e 13 febbraio, poteva essere la prova generale di una fusione tra le due associazioni VinNatur e Vi.Te – Vignaioli e Territori.
Invece, come confermato a winemag.it dai presidenti Angiolino Maule e Gabriele Da Prato, nonché dagli altri referenti delle due compagini Camillo Donati e Sasa Radikon, ognuno correrà per la sua strada, a partire da quest’oggi. Pur condividendo gli obiettivi.
Le premesse per l’annuncio di un matrimonio ufficiale c’erano tutte, anche durante le prime battute della conferenza stampa di presentazione di Vi.Na.Ri, in cui i 4 vignaioli si sono presentati insieme, celebrando l’unione di intenti che ha portato all’organizzazione del primo evento comune a inizio 2023.
LA «LOTTA AGLI ABUSIVI DEI VINI NATURALI»
«Siamo qui per arrivare un giorno a legiferare il vino naturale – sono state le prime parole di Maule – e mandare a casa gli “abusivi” che smettono di fare biologico o biodinamico buttandosi sul naturale per fare quel cavolo che vogliono, sapendo che non ci sono controlli. Basterebbe un’analisi dei pesticidi a uno di questi per sputtanare 20 anni di movimento dei vini naturali. È un momento storico in cui bisogna cercare di stare uniti e costruire il futuro».
VinNatur e Vi.Te, di fatto, rappresentano da sole solo una parte del variopinto panorama delle associazioni che riuniscono in Italia i produttori di cosiddetti vini naturali. Tra le realtà più importanti c’è il Consorzio Viniveri, che attraverso il presidente Paolo Vodopivec conferma a winemag.it di aver ricevuto la proposta di unire le forze a Milano, rispedendola al mittente. Le motivazioni? «Troppo complicate per essere spiegate al telefono». Tant’è.
«Ci abbiamo provato, anche intensamente – ha spiegato Sasa Radikon – a coinvolgere quelli che mancano. Ci divide la volontà. Loro, forse non hanno la stessa visione che noi abbiamo. Questo è un evento storico perché siamo riusciti a farlo. All’interno di un’associazione le teste sono molto diverse e riuscire ad organizzare un evento simile non è assolutamente semplice».
VIGNAIOLI NATURALI RIUNITI, RADIKON: «CI ABBIAMO PROVATO INTENSAMENTE»
Dobbiamo dire la verità: dal primo istante in cui abbiamo cominciato a parlare, nel periodo della pandemia – ha aggiunto il vignaiolo di Oslavia – ci siamo trovati in una condizione idilliaca (con VinNatur, ndr). Tra noi è stato molto semplice.
Sono sicuro che il futuro potrebbe essere quello di unirsi, ma è ancora presto. Al momento siamo due associazioni distinte, ognuno con concetti leggermente diversi e ci siamo riuniti per un bene comune e per il rispetto nei confronti di chi ci chiede una maggiore unità d’intenti».
Intanto, tra i beni comuni dalle due associazioni sono da annoverare 800 euro per ogni singolo produttore che ha aderito all’iniziativa meneghina Vi.Na.Ri, (in totale 150 cantine), in cambio di una postazione (tavolo e una sedia) all’evento di via Mecenate 88/A. Cifra a cui vanno sommati i 25 euro di ingresso a testa per il pubblico (ticket che saliva a 35 euro senza pre-registrazione) e i 40 euro del carnet valido per l’ingresso di due giorni.
Il lato veniale della favola infinita dei “vini naturali” che, a detta del presidente di VinNatur Angiolino Maule, «emozionano sempre e creano conversazione a tavola, a differenza dello Champagne». Vini dai quali «non si può più tornare indietro, una volta provati». Insomma, un atto di fede. Amen.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.