Vendemmia 2019 in Lombardia, Rolfi in Oltrepò: “Rilancio in vista, ma serve unità”

“Calo del 20% della produzione, ma non è un male”. E la Regione si presenterà compatta a Prowein 2020


MAZZOLINO (PV) –
Taglio del nastro della vendemmia 2019 in Oltrepò pavese per l’assessore regionale Fabio Rolfi. Una scelta non casuale, che dimostra la voglia di rilanciare la maggiore area vinicola della Lombardia (13.500 ettari complessivi) alle prese con atavici problemi di divisione interna.

In particolare, Rolfi ha indetto la conferenza stampa a Tenuta Mazzolino, una delle cantine più virtuose e di qualità del territorio oltrepadano e lombardo. Al suo fianco, alle 11 di questa mattina, Carlo Veronese (ex Consorzio Tutela Lugana Doc), ormai prossimo all’investitura di direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese.

A fare gli onori di casa, il managing director di Mazzolino, Stefano Malchiodi. “Siamo qui non solo per dare avvio alla vendemmia 2019 in Lombardia, ma per esprimere forte ottimismo per il futuro dell’Oltrepò”, ha esordito Rolfi.

Questa zona – ha proseguito il titolare dell’assessorato all’Agricoltura regionale – costituisce una grande ricchezza per la Lombardia, non solo per i suoi vini, ma anche per il suo paesaggio straordinario. Nell’epoca dell’enoturismo l’Oltrepò, con quello che può offrire, può tranquillamente vincere questa battaglia, se compatto e unito. Bisogna organizzarsi”.

Come? “Prima di tutto – ha precisato Rolfi – serve un Consorzio riconosciuto e compatto. Inoltre sono contento che c’è una riduzione della quantità prevista per la vendemmia 2019, in Oltrepò e in altre zone.L’obiettivo non è vincere la classifica della quantità, ma far percepire meglio e valorizzare il vino e posizionare meglio la bottiglia in termini di prezzo”.

In quest’ottica – dopo la legge regionale che stabilisce l’obbligo per gli agriturismi della Lombardia di servire esclusivamente vino lombardo – sono due le strategie che Rolfi ha intenzione di mettere in atto.

In primis l’Osservatorio regionale sulle carte dei vini. “La mia intenzione – ha spiegato l’assessore – è cercare di indirizzare le carte dei vini dei ristoranti lombardi, a partire da quelli della ‘capitale’ Milano, nella direzione del territorio”.

“È quello che il turista chiede – ha sottolineato Rolfi – e, per di più, la Lombardia è in grado da sola di produrre tutte le tipologie possibili di vino, dagli spumanti ai vini dolci, passando per i rossi, i bianchi e i frizzanti”.

L’altra operazione riguarda la promozione all’estero. Per la prima volta, Regione Lombardia sarà presente in maniera compatta con uno stand alla Prowein Trade Fair, in programma a Düsseldorf, in Germania, dal 15 al 17 marzo 2020. Si tratta della maggiore “Fiera del vino” internazionale, dedicata a buyer e professionisti del settore.

“Finalmente uno spazio in cui cercheremo di riunire cantine e Consorzi lombardi, per aiutare le aziende a presentarsi in una grande realtà internazionale e valorizzare la Lombardia vitivinicola“, ha commentato Fabio Rolfi.

Ci sarà certamente, tra questi, anche l’Oltrepò pavese del nuovo direttore Carlo Veronese. L’ex manager della Lugana, la cui investitura ufficiale nel pavese è prevista per l’1 settembre – ricoprirà il posto lasciato vacante da uno dei direttori più controversi della storia del Consorzio oltrepadano, il silurato Emanuele Bottiroli – sta prendendo le misure in Oltrepò.

Arrivando da una zona di pianura come quella del Lago del Garda – ha ammesso Veronese – per me queste sono colline, anzi quasi montagne! Mi sto ancora ambientando qui. Abbiamo un inizio di vendemmia che parte con un dato interessante: sarà più scarsa, in termini quantitativi”.

“Il fatto che in Oltrepò non ci sia un prodotto identificativo – ha aggiunto – non è necessariamente un male, se si riesce a vendere tutto. In questo momento c’è un po’ di difficoltà, anche perché c’è tanto prodotto. In questo senso, un’annata più scarsa può aiutare”.

“Il vino più importante, non tanto dal punto di vista della qualità ma da quello dell’immagine, ovvero lo spumante Metodo classico da uve Pinot Nero scelto dal territorio – ha assicurato Veronese – servirà a trainare tutti gli altri vini dell’Oltrepò”.

“Il lavoro sulla qualità è fondamentale – ha concluso il futuro direttore – e il gioco del Consorzio è quello di aumentare la promozione e tornare a fare gruppo, mettersi assieme. Condividere idee e attività. Se ci riusciamo, sono sicuro che in poco tempo arriveranno i risultati, anche grazie a una Regione molto vicina”.

I dati su una vendemmia 2019 in calo quantitativo vengono confermati da Stefano Malchiodi. “Abbiamo iniziato a raccogliere la base spumante la scorsa settimana – ha evidenziato il managing director di Tenuta Mazzolino – sia Chardonnay che Pinot Nero. Ottime le analisi sulle prime vasche”.

“L’escursione termica verificatasi nei primi giorni di agosto, dopo un fine luglio rovente – ha precisato Malchiodi – ha permesso di mandare avanti la maturazione fenologica senza troppo accumulo zuccherino, né calo dell’acidità. Il 20% in meno rispetto allo scorso anno non è un male: sarebbe peggio avere problemi sulla qualità, che è invece è entusiasmante”.

La vendemmia di Tenuta Mazzolino, del resto, è solo all’inizio. Si concluderà con le uve destinate ai vini rossi da affinare in legno, base Pinot Nero. Per di più, l’azienda di 20 ettari è suddivisa in 39 particelle, ognuna delle quali vendemmiata in diversi momenti.

Una “zonazione” alla altoatesina, insomma. O, ancora meglio, una visione “francese” dei vigneti, suddivisi in cru e micro vinificati. Una bella ricetta contro l’Oltrepò delle quantità, che spesso si traducono nei prezzi stracciati “massacra denominazioni”, riscontrabili al supermercato.

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