Fondazione Vino Patrimonio Comune è realtà. Soci fondatori Federvini e Alleanza delle Cooperative Italiane -Agroalimentare, che si pongono così l’obiettivo di «consolidare il valore del vino italiano e a contribuire alla difesa e al sostegno del patrimonio delle imprese vitivinicole del Paese», sotto la guida del primo presidente, Marcello Lunelli (Cantine Ferrari Trento). In particolare, la Fondazione opererà per «studiare i profili di autenticità e sostenibilità di prodotti, imprese e territori, qualità alla base dell’apprezzamento del Made in Italy nel mondo».
«Quello della Fondazione Vino Patrimonio Comune – spiegano i promotori – è un percorso avviato nel 2020, con uno studio preliminare sulla variabilità dei rapporti degli isotopi stabili dell’ossigeno e dell’idrogeno dell’acqua del mosto/vino, in relazione alle principali variabili naturali e di processo agronomico ed enologico. Dal progetto pilota è derivata la definizione del profilo isotopico dell’acqua dei mosti e dei vini, grazie al quale iniziò a prendere forma la prima Banca Dati Sperimentale Vino Patrimonio Comune 2020-2023».
Uno studio che, a partire dalla vendemmia del prossimo anno, si amplierà ancora coinvolgendo un maggior numero di attori delle istituzioni, della ricerca, delle imprese, degli enti di certificazione e degli stakeholder commerciali del mondo del vino. Come spiegano i promotori di Fondazione Vino Patrimonio Comune, accanto al primo presidente Marcello Lunelli ci sono il vicepresidente Luca Rigotti (Gruppo Mezzacorona e Coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative) e un Consiglio di Amministrazione paritetico in rappresentanza delle due associazioni fondatrici, di un Comitato Esecutivo e di un Comitato Scientifico composto da «autorevoli esponenti del mondo della ricerca con una comprovata esperienza nel settore agroalimentare e in quello vitivinicolo».
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