La Fivi, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, si prepara alla disobbedienza civile sulla richiesta di Agea di compilare la dichiarazione di giacenza in cartaceo.
Anche quest’anno infatti l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura pretende la redazione del documento che dovrebbe essere consultabile sul portale Sian.
I Vignaioli Indipendenti, in data 10 agosto, hanno allora scritto ad Agea chiedendo di rinunciare alla richiesta, ma non hanno ricevuto risposta.
“Abbiamo scritto qualche settimana fa ad Agea – dichiara Matilde Poggi, presidente Fivi – cercando di avere delucidazioni. A nome dei 1100 vignaioli indipendenti italiani che aderiscono alla nostra associazione chiediamo che l’obbligo di comunicare le giacenze anche in formato cartaceo venga eliminato e che Agea ottenga il dato direttamente dal database del Sian”.
Le aziende aderenti alla Fivi sono aziende familiari, di medie e piccole dimensioni, spesso con limitate risorse economiche o di personale. Con grande sforzo si sono adeguate alla telematizzazione dei registri in cantina nella speranza di procedere verso la semplificazione burocratica promessa.
“Se non riceveremo una risposta che soddisfi le nostre richieste – prosegue Poggi – siamo pronti alla disobbedienza civile, rifiutandoci di fornire in formato cartaceo dati già in possesso della Pubblica Amministrazione”.
FOCUS
La Fivi, rappresentata dalla presidente Matilde Poggi nell’audizione del 29 marzo della Commissione Agricoltura della Camera, assieme a Agrinsieme (Confagricoltura, CIA, Copagri, Alleanza delle cooperative italiane-agroalimentare), Coldiretti, UeCoop e Unci e delle associazioni Assoenologi, Asso-Odc, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini (UIV), aveva portato avanti le istanze dei vignaioli indipendenti chiedendo inutilmente “l’esenzione dall’utilizzo del registro informatico per le aziende che producano meno di 300 ettolitri di vino all’anno”.
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