Mentre in Italia qualcuno mescola come uova e farina «l’accoglienza ai profughi ucraini» e le «perdite di fatturato» nell’Est Europa, in Spagna una cantina ha interrotto tutti i rapporti con la Russia, dall’inizio del mese di marzo. «Come conseguenza dell’ingiustificata e riprovevole invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, La Rioja Alta S.A. desidera comunicare la sua decisione di sospendere unilateralmente le sue relazioni commerciali con la Russia», comunica la storica azienda di Haro.
In questo modo, il gruppo vinicolo trasmette la sua piena solidarietà al paese ucraino e ai suoi cittadini, che stanno subendo un’azione militare devastante con conseguenze incalcolabili.
La cantina desidera comunicare tutto il suo appoggio e il suo affetto alla direzione e al team dell’importatore in Ucraina, le cui strutture a Kiev (nella foto) sono state selvaggiamente distrutte durante gli attacchi dell’esercito russo».
La Rioja Alta S.A. ha lanciato una campagna tra il suo personale per donare vestiti e calzature calde, abbigliamento termico, coperte, cibo non deperibile e medicinali generici. Generi che sono stati inviati alle frontiere europee con l’Ucraina. L’obiettivo è «alleviare la sofferenza dei milioni di persone colpite da queste incomprensibili barbarie».
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Nato con la penna in mano, poi ci è finito pure un calice. Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi WineMag.it. Segno Vergine allergico alle ingiustizie, innamorato delle cause perse e del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto del lettore. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” in collaborazione con la redazione e partecipo come giurato a concorsi enologici internazionali. Nell’ultimo anno ho curato la selezione vini esteri per un importatore leader in Italia. Apprezzi indipendenza e qualità dell’informazione? Sostieni WineMag.it con almeno un euro al mese.