«Una distillazione di crisi, che coinvolga solo i vini Dop e Igp e che sia praticata con prezzi congrui e la riattivazione dello stoccaggio dei vini di qualità, con una dotazione finanziaria più adeguata rispetto a quella dello scorso anno, al fine di poter esaudire un maggior numero di richieste». È quanto chiede Luca Rigotti, coordinatore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari alla riunione del Tavolo Vitivinicolo.
Due misure di sostegno urgenti espresse in occasione del videocollegamento con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali alla presenza del Sottosegretario di Stato Gian Marco Centinaio.
Per l’attivazione di tali misure, secondo l’Alleanza Cooperative, non dovranno in alcun modo essere utilizzate le risorse stanziate nel Piano Nazionale di Sostegno per il settore vitivinicolo, già destinate a finanziare altre misure altrettanto importanti ed irrinunciabili.
Andranno quindi reperiti fondi aggiuntivi – ha dichiarato Rigotti – che proveremo a reperire prioritariamente in sede comunitaria, ma senza escludere un intervento al livello nazionale».
Rigotti ha poi posto all’attenzione del Sottosegretario Centinaio il tema delle rese di produzione dei vini comuni, una questione, ha dichiarato, «che sta molto a cuore al mondo cooperativo, che rappresenta, tra le altre, realtà produttive di aree viticole del paese nelle quali si producono vini comuni che hanno dimostrato di avere un proprio mercato, solido e dinamico, senza interferire con i vini territoriali Dop e Igp».
Il coordinatore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari auspica che «il decreto ministeriale consenta di mantenere, in coerenza con la legge, il giusto livello di reddito per i produttori che hanno investito nel segmento dei vini comuni»
Strategica anche «una campagna di promozione di tipo istituzionale del vino italiano, al fine di rilanciarne i consumi, con la possibilità di aprire anche a misure rivolte al mercato interno europeo, specie in questa fase così difficile». In secondo luogo, sempre secondo Rigotti, «si dovrà accelerare sull’attuazione di uno standard unico di sostenibilità nazionale».
La cooperazione crede infatti «nella validità di uno strumento che dovrebbe divenire elemento di distintività», auspicando che «le aziende possano al più presto dotarsi di un segno di riconoscimento o di un marchio che attesti la loro conformità ai principi della sostenibilità».
Non è tutto. Alleanza Cooperative Agroalimentari ha chiesto la proroga delle autorizzazioni di impianto e reimpianto in scadenza nel 2021 che la Commissione europea non intende concedere.
«Molti produttori non sono in grado di realizzare gli impianti previsti anche a causa di una riduzione di liquidità – ha fatto notare Rigotti – e, oltre a perdere un’importante opportunità di investimento, rischiano di essere anche sanzionati per non aver rispettato i tempi di validità triennale delle autorizzazioni».
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