Nuovi guai per il settore vitivinicolo sudafricano. Secondo l’associazione di rappresentanza Vinpro, l’aumento delle accise introdotto dal governo del Sudafrica «infliggerà un colpo finale a molte aziende vinicole e ostacolerà ulteriormente la ripresa economica dell’industria vinicola sudafricana».
L’annuncio delle nuove tariffs è arrivato poche ore fa, durante il discorso sul bilancio nazionale del ministro delle Finanze, Tito Mboweni. Le accise aumentano dell’8% su vino, spumante e distillati.
«Siamo estremamente delusi che il governo, ancora una volta, non abbia ascoltato la voce dei produttori», commenta il managing director di Vinpro, Rico Basson.
Vinpro e altre organizzazioni del settore hanno sottolineato la difficile situazione dell’industria vinicola sudafricana nelle discussioni con il governo negli ultimi mesi e hanno chiesto che l’accisa non sia aumentata di oltre il 50% dell’indice dei prezzi al consumo (IPC)».
«Alla luce della grave situazione finanziaria in cui si trova la nostra industria – continua Basson – ora abbiamo bisogno di stabilità, certezza politica e credito. L’aumento delle accise non è una misura in questa direzione e può infliggere un colpo finale a molte aziende che sono già in ginocchio, il che a sua volta contribuirà alla già grande perdita di posti di lavoro e esacerbare le sfide socioeconomiche in queste comunità».
Gli aumenti delle accise non influiscono necessariamente sulla tasca del consumatore, quanto più sui produttori di uva da vino. Di una bottiglia media di vino venduta a 45 Rand, il governo ne incassa 10,04 da accise ed Iva, rispetto ai produttori di uva da vino che guadagnano un reddito agricolo netto di 0,77 Rand per bottiglia.
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