Puglia Igp Rosato Negroamaro 2014 Donnadele, Alberto Longo

Un altro rosato maturo, “brizzolato“, capace di stupire. E di convincere – chi ancora non ci credesse – che certi rosé sono ancora più buoni, con qualche anno sulle spalle. Altro che vini dell’estate, insomma, da bere presto, a pochi mesi dalla vendemmia indicata in etichetta.

Ennesima conferma quella offerta dal Puglia Igp Rosato 2014 “Donnadele” della cantina Alberto Longo. Siamo nel foggiano, più esattamente al Km 4 della Sp 5 di Lucera. E questa è la cronaca di un rosato che, da giovane, non ci aveva particolarmente entusiasmato.

LA DEGUSTAZIONE
L’idea, rivelatasi azzeccata, è stata quella di conservare una bottiglia per un assaggio più maturo ed evoluto. A distanza di 4 anni, la vendemmia 2014 si rivela uno spettacolo. Non solo a livello di concetto.

Se da un lato è risultata vincente la scommessa di aspettare in bottiglia quest rosé, dall’altro il Negroamaro si conferma vitigno capace di regalare grandi emozioni nel calice, non solo nella sua formula più comune, ovvero “in rosso”.

Certo, bisogna andare oltre al colore, di grande richiamo commerciale, di Donnadele. Che veste il vetro del classico rosato provenzale, con riflessi tendenti al buccia di cipolla. Il naso si rivela un po’ chiuso, di primo acchito. E non è colpa della temperatura di servizio, scelta appositamente attorno ai 14 gradi.

Presto il vino si apre, alla grande. Fiori di arancio e petali di rosa, poi richiami nuovamente agrumati, di bergamotto. Uniti a fragola, lampone e ribes. Leggera percezione minerale, che ritroveremo in un finale salino netto. Al palato, il rosato Donnadele di Alberto Longo entra piuttosto verticale, su un’acidità viva che finisce per ammorbidirsi in centro bocca, prima della chiusura iodica.

La fase determinante, di fatto, è quella centrale. Dominata dai ritorni di frutta a bacca rossa, precisa e tipica del Negroamaro. In un contorno piacevolmente glicerico, che si spegne piano, come per lasciar spazio al sale.

Un rosé che è maturato perfettamente in bottiglia, questo 2014 di Longo. E che ha ancora almeno un altro anno (abbondante) davanti, prima di avviarsi al naturale “scollinamento”. Perfetto per accompagnare piatti a base di verdure fritte, come i fiori di zucca in pastella, o ancora meglio delle polpette di tonno e ricotta, con panatura di pan grattato.

Bevuto giovane, con queste portate, lo stesso vino avrebbe quasi certamente stonato. Attendere i rosé, ormai, è un must di chi vuole andare “oltre”, in quelle magica esperienza chiamata “vino”.

LA VINIFICAZIONE
Uve Negroamaro 100% per Donnadele di Alberto Longo, ottenute in un vigneto impiantato nel 2002 a Masseria Celentano, a San Severo. Un terreno calcareo con tessitura franco argillosa, con una resa per ettaro che si aggira attorno ai 90 quintali.

Dopo la diraspatura, i grappoli vengono spremuti in maniera soffice e posti in criomacerazione per 4 ore, per preservare il varietale del vitigno. Quindi, decantazione statica a 0 gradi.

La fermentazione avviene in serbatoi di acciaio Inox, a temperatura controllata. Il vino viene mantenuto sulle fecce fini per tre mesi, prima di essere imbottigliato e commercializzato.

® Riproduzione riservata

sostieni winemag.it

Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.

Dello stesso autore

Altri articoli dalla stessa categoria

Leave a Comment