Lavoro nero in vendemmia: maxi operazione della Guardia di Finanza nel Nord Italia

“Oro Verde”: sgominata un’organizzazione che forniva lavoratori stranieri irregolari alle aziende


RIVA DEL GARDA –
Sfruttamento aggravato del lavoro agricolo in vendemmia e per la raccolta delle mele ed evasione contributiva e previdenziale. Tre le persone che dovranno rispondere di questi capi d’imputazione, in seguito all’operazione “Oro Verde” condotta dalla Guardia di Finanza di Riva del Garda (TN), in collaborazione con gli uffici ispettivi Inps di Brescia e la Direzione Regionale Inps Lombardia.

Si tratta di un un indiano residente nel bresciano, S.M. di 29 anni, titolare di una ditta individuale che effettua formalmente servizi di volantinaggio e di supporto alle imprese, del proprio consulente del lavoro S.P., 67 anni di Brescia e dell’utilizzatore della manodopera, D.B., 36 anni, trentino, proprietario dei terreni agricoli vicini a Riva del Garda.

L’esame dei documenti sequestrati ha fatto emergere come il S.M. avesse effettuato somministrazione di manodopera nei confronti di altre 23 imprese della Lombardia (Province di Brescia, Mantova e Cremona), Emilia-Romagna (Provincia di Piacenza) e Piemonte (Province di Torino, Alessandria e Cuneo).

Circa 200 i lavoratori irregolari e in nero cui venivano corrisposte “bassissime retribuzioni nella totale assenza del versamento di contributi previdenziali: i contratti di appalto venivano predisposti da un professionista del settore che veniva poi lautamente retribuito come collaboratore”.

LE INDAGINI
Le indagini sono iniziate nel 2017 e in meno di due anni hanno consentito di scovare oltre duecento lavoratori irregolari e in nero. Le omissioni contributive ammontano a oltre seicentomila euro, cui si aggiungono duecentomila euro di sanzioni civili.

Se questi importi non saranno pagati dai principali responsabili, saranno addebitati come obbligati in solido alle imprese agricole committenti che si sono avvalse della manodopera irregolare.

Le indagini delle Fiamme Gialle di Riva del Garda sono scaturite da un intervento eseguito dalla Polizia Comunale Alto Garda e Ledro. Nel settembre 2017, gli agenti hanno individuato diversi soggetti di etnia indiana e africana.

Il gruppo di lavoratori, impiegato in alcuni terreni di Tenno (TN), veniva caricato su due furgoni fermati per un controllo. Venivano così scoperti 25 extracomunitari malvestiti e denutriti, in condizioni precarie di igiene e di salute.

Le indagini della Tenenza della Guardia di Riva del Garda ha consentito di scoprire che i lavoratori provenivano da alcuni Comuni del Bresciano. I Finanzieri hanno subito interessato le Procure della Repubblica di Rovereto e di Brescia, che ha successivamente assunto la direzione dei lavori, in collaborazione con l’Inps di Brescia.

Solo 6 dei venticinque lavoratori sono risultati regolari. Per i restanti diciannove non era stato effettuato l’invio telematico al Ministero del Lavoro, della preventiva comunicazione obbligatoria di instaurazione del rapporto di lavoro (cd. Modello UNILAV).

Gli extracomunitari, inoltre, venivano impiegati senza alcuna tutela previdenziale e contributiva. Un soggetto è inoltre risultato sprovvisto del permesso di soggiorno e destinatario di un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale.

Gli uffici ispettivi dell’Inps di Brescia avevano già individuato S.M. in passato, per le numerose anomalie di natura contributiva. I Finanzieri di Riva del Garda hanno potuto così ricostruire il modus operandi adottato dall’intermediario non solo con l’agricoltore rivano, ma anche con svariate aziende agricole della Lombardia, dell’Emilia-Romagna e del Piemonte.

“Grazie a una fitta rete di conoscenze tra i connazionali e nella comunità pakistana – riferiscono i finanzieri – S.M. avvicinava i richiedenti protezione internazionale domiciliati nei Centri di Accoglienza del bresciano e, approfittando dello stato di bisogno e delle necessità economiche. Riusciva così a procacciarsi manodopera a basso costo”.

“I lavoranti, che venivano impiegati in attività lavorativa in condizioni degradanti, hanno dichiarato di aver percepito dai cinque euro all’ora ai venti euro per l’intera giornata, retribuzione inferiore del 60% a quanto previsto dal Contratto collettivo del lavoro per gli operai agricoli a tempo determinato, pari a circa dodici euro”.

Il quadro investigativo si è aggravato a seguito di alcune perquisizioni locali e domiciliari eseguite dai finanzieri anche presso S.P., consulente dell’indiano, grazie alle quali è stata acquisita “numerosissima documentazione contabile ed extracontabile, tra cui le agende dove venivano annotate le retribuzioni e le ore effettivamente prestate dai lavoratori ‘intercettati’ da S.M.”.

IL SISTEMA
Il sistema organizzativo realizzato dai soggetti coinvolti sfruttava le caratteristiche dell’attività agricola: in tale settore, evidenziano i finanzieri, “è cogente la necessità di disporre della manovalanza in un determinato arco temporale (di solito coincidente con il periodo primaverile ed estivo), cui si abbina un bisogno di velocizzazione dei processi di raccolta, per evitarne il rischio di deperimento e l’esigenza di sostenere un costo economicamente adeguato agli altri costi di gestione”.

L’attività fa parte del complesso di iniziative che la Guardia di Finanza dispiega a tutela del mercato del lavoro, in collaborazione con gli Istituti Previdenziali e con il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria, per contrastare le più gravi forme di prevaricazione e sfruttamento in danno dei dipendenti, specie se costoro si trovano in condizioni di particolare debolezza o bisogno, anche per il fatto che questo genere di condotte illegali altera le regole del mercato e danneggia i cittadini, i lavoratori e gli imprenditori onesti.

L’Inps Lombardia, da parte sua, da tempo agisce con una specifica Task Force di vigilanza in Agricoltura, di cui fanno parte anche gli ispettori che hanno partecipato all’operazione, con la finalità di contrastare specificamente l’evasione e l’elusione contributiva nel mondo agricolo e collaborare con le Forze di Polizia nella lotta a tutti i fenomeni di sfruttamento della manodopera.

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