Fascetta di Stato per i vini Igt del Sannio: Federdoc non ci sta

La Confederazione chiede la sospensiva al presidente Libero Rillo, di nuovo nella bufera

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Non c’è pace per il Consorzio Vini del Sannio e per il suo presidente Libero Rillo. Dopo aver dribblato la richiesta di dimissioni avanzate da tre associazioni di categoria per “abuso di potere”, il numero uno dell’ente beneventano deve fronteggiare niente meno che Federdoc. Alla Confederazione nazionale Consorzi volontari Tutela Denominazioni Vini italiani non piace la decisione del Consorzio campano di apporre il contrassegno di Stato anche ai vini Igt del Sannio. Un provvedimento che – una volta entrato in vigore, verosimilmente a partire dal 2024 – rischierebbe di confondere i consumatori, tra vini Doc e vini Igt. Elevando lo “status” dei secondi, nonostante le maglie più larghe dei relativi disciplinari di produzione.

Secondo i rumors raccolti in esclusiva da winemag.it, Federdoc avrebbe richiesto la sospensiva del provvedimento, in attesa di maggiori delucidazioni da parte del Ministero. Già perché è stata proprio Roma ad avallare la richiesta di Libero Rillo e del Consorzio Vini del Sannio. Una decisione che ha colto di sorpresa Federdoc, a quanto pare neppure consultata dal Ministero sull’argomento. L’ente campano, dal canto suo, ha sfruttato Coldiretti per presentare in pompa magna, il 28 gennaio scorso proprio nella capitale, l’innovativo (e controverso) progetto di valorizzazione e tutela dei vini a Indicazione geografica protetta (Igp) del Sannio.

FASCETTE DI STATO SUI VINI IGT DEL SANNIO: FEDERDOC PERLESSA DAL MINISTERO

Presenti alla firma del protocollo d’intesa a Palazzo Rospigliosi, insieme con Libero Rillo, gli amministratori delegati di Agroqualità e dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Enrico De Micheli e Francesca Reich, nonché il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Un’intermediazione, quella di Coldiretti, richiesta da Libero Rillo senza consultare l’assemblea del Consorzio, scatenando così l’ira delle altre tre associazioni di categoria dei produttori e vignaioli beneventani (Confagricoltura, Cia e Unicaa Benevento).

Da qui la richiesta di dimissioni, risolta entro poche settimane a tarallucci e vino. Con la promessa futura di un atteggiamento super partes da parte di Rillo nei confronti di tutte le compagini. Ben più delicata pare la questione Federdoc, che difficilmente si risolverà senza passare nuovamente da Roma e dal Ministero. La Confederazione presieduta da Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, sempre secondo rumors di winemag.it, starebbe mettendo in discussione proprio l’ok del Ministero alle fascette di Stato sui vini Igt del Sannio. Un’ipotesi inclusa nel Testo unico del vino, senza tuttavia alcun decreto attuativo. Ed è proprio su questo dettaglio che si gioca la partita.

COSA PREVEDE L’ACCORDO PER I VINI IGT DEL SANNIO

L’accordo di durata triennale tra il Consorzio Vini del Sannio e gli altri attori prevede «l’utilizzo da parte di tutti i produttori della denominazione “Benevento Igt” di un sistema di sicurezza e garanzia costituito dall’applicazione di un sigillo antifrode sulle bottiglie di vino e sull’utilizzo dell’app – Trust your Wine®, che permette al consumatore di ottenere informazioni a garanzia della #qualità certificata del prodotto, della Filiera e del territorio di origine aprendo uno spazio di comunicazione diretto ed innovativo fra produttore e consumatore».

Il comparto vino – spiegava a Roma Libero Rillo – è uno dei settori di punta nell’economia agricola beneventana, capace di superare positivamente anche le notevoli difficoltà di questi ultimi anni. Alla base della solidità del settore c’è sia l’elevata qualità media dei vini, oramai riconosciuta a livello nazionale e internazionale, sia l’intraprendenza delle nostre cantine, capaci di valorizzare il grande potenziale di identità e autenticità locale».

Sempre secondo il presidente del Consorzio Vini del Sannio, «l’adozione di questo sistema di anticontraffazione, tracciabilità e valorizzazione per vini Benevento Igt, ci consentirà di ottenere la completa tracciabilità di ogni partita di vino immessa sul mercato, al fine di tutelare consumatori e operatori, che in questo modo potranno ottenere informazioni a garanzia della qualità certificata del prodotto, della Filiera e del territorio di origine; dall’altro garantirà le stesse imprese vitivinicole, che in ogni momento saranno in grado di fornire certezze sulle proprie produzioni».

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