La più “francese” delle cantine pavesi smonta paragoni ed iperboli sul Pinot Nero, che non servono a un territorio a caccia di identità, come quello oltrepadano. Parole forti. Definitive. Istruttive. Perché tutto, a casa di Francesca Seralvo e Stefano Malchiodi, parla francese sin dalla fondazione, ad opera del banchiere Enrico Braggiotti: dalle vigne alle barrique, al consulente enologo e “guru” borgognone, Kyriakos Kynigopoulos. Ma il carattere territoriale dei vini parla chiaro: eccone tre da non perdere, in una gamma che parla la lingua di un Oltrepò di gran classe e precisione.
C’è chi lo sussurra appena, conscio d’essersi infilato in una ridicola iperbole, utile più a darsi un tono che a raccontare i fatti, per come stanno. E chi, invece, lo grida ai quattro venti, o lo mette addirittura per iscritto. Vendendo sogni di gloria ciarlatana. La verità resta una sola: non si fa un favore all’Oltrepò pavese, paragonandolo alla Borgogna. Per capirlo, basta andare a Mazzolino. Anzi. Da Tenuta Mazzolino, a Mazzolino.
Quella guidata oggi dalla patron Francesca Seralvo e dal direttore-enologo Stefano Malchiodi è la più “francese” delle cantine oltrepadane. Eppure, anche qui, si tende ad allontanare qualsiasi tentazione di un parallelismo tra Oltrepò e Borgogna: «Il Pinot Nero, qui da noi – commentano i due, all’unisono – ha caratteristiche identitarie ben precise, diverse da quelle borgognotte. I paragoni con la Francia non servono a nulla».
«Piuttosto – concordano ancora Serlavo e Malchiodi – potremmo parlare di similitudini con lo Chardonnay, vitigno in cui noi abbiamo creduto moltissimo, ma che abbiamo chiesto, anni fa, al momento del voto in Consorzio, di “declassare” a Provincia di Pavia Igt. Perché? Non lo riteniamo un vitigno “identitario” del territorio, a differenza di altri che meritano la classificazione “Doc”».
MAZZOLINO, TERRA D’INCONTRO: IL TOPONIMO DEL COMUNE DI CORVINO SAN QUIRICO
Una presa di posizione importante, in un settore che tende all’iperbole e allo storytelling a tutti i costi. Parole che mettono un punto definitivo, quelle di Francesca Seralvo e Stefano Malchiodi, a maggior ragione dando un’occhiata alla storia della stessa cantina di Mazzolino. Un luogo d’incontro tra la cultura italiana e francese, sin dal nome.
Il toponimo “Mazzolino”, relativo al comune di Corvino San Quirico, in provincia di Pavia, deriva probabilmente dalla parola latina “mansiolinum“, che significa “piccola mansio“. Ovvero “luogo di sosta”, o “cambio”, dei cavalli. In epoca romana, questa zona era una stazione di cambio per i cavalli e un luogo di sosta – e quindi di incontro – per i viaggiatori, non così lontano dalla Via del Sale. Il nome, quindi, testimonia l’antica funzione di questo luogo come punto di ristoro lungo le vie di comunicazione.
LA STORIA: ENRICO BRAGGIOTTI, IL FONDATORE DI TENUTA MAZZOLINO
Tenuta Mazzolino nasce nel 1980 su impulso del nonno di Francesca Seralvo, il banchiere Enrico Braggiotti. Non era francese. Ma aveva origini italo-monegasche. Nato a Istanbul nel 1923 e cresciuto con i genitori e la sorella tra Nizza e Montecarlo, fu una figura di rilievo nel mondo bancario italiano, in particolare come presidente del Banco di Napoli.
La sua famiglia aveva forti legami con la Francia e il Principato di Monaco. Un background internazionale che, unito alla passione per il vino, ha influenzato la visione “francese” alla base della fondazione di Tenuta Mazzolino. Attratto dalla celebre «collina del Pinot Nero», conosciuta grazie ai consigli di Luigi Veronelli e Giacomo Bologna, decise di acquistare dei terreni proprio a Mazzolino. Facendo impiantare barbatelle di Pinot Nero e Chardonnay di esclusiva origine francese, per l’esattezza della Borgogna.
- Quattro Pinot nero per capire (bene) l’Oltrepò pavese
- ESCLUSIVA winemag.it, parla Berlucchi: «In Oltrepò per il Pinot Nero: ci piace un sacco»
- Denny De Vito e il Classese dell’Oltrepò: il Metodo classico Pavese al cinema
- Oltrepò, è svolta: Metodo classico Classese e più peso ai vignaioli in Consorzio
TENUTA MAZZOLINO: TRE VINI DA NON PERDERE
Oltre alla vigna, si respira Francia anche in cantina. I legni in cui affinano i vini di Tenuta Mazzolino sono tutti della Borgogna. E lo è anche il consulente enologo esterno, Kyriakos Kynigopoulos, di origine greca, tra i più stimati della denominazione francese. Formatasi presso l’Université de Dijon, ha sviluppato una profonda conoscenza del territorio borgognone e delle sue varietà principali, Pinot Nero e Chardonnay.
Negli anni ha collaborato con alcune delle più rinomate maison della Côte d’Or, guadagnandosi la propria reputazione grazie a un approccio improntato su precisione, rispetto del terroir e ricerca della finezza. Tutti elementi centrali nella filosofia produttiva borgognona, riversati anche nell’interpretazione dell’Oltrepò pavese di Tenuta Mazzolino. Tre i vini da non perdere.
- Oltrepò Pavese Docg Extra Brut Pinot Nero Metodo Classico Blanc de Noirs 2020 (93/100)
Esordio assoluto sul mercato con il millesimo 2020, per il Blanc de Noir d Tenuta Mazzolino. Uve provenienti dalla vigna vicina a quella del Blanc de Blanc. Tre grammi/litro di dosaggio e sboccatura recentissima, a marzo 2025. Giallo paglierino intenso e brillante, alla vista. Perlage molto persistente, finissimo. Un Pinot nero che convince per la tipica caratura “muscolare” oltrepadana, tanto quanto per l’estrema eleganza.
Già ottima la stratificazione, tanto da riuscire ad abbracciare nello stesso sorso tensione, croccantezza, cremosità, sapidità e quel tocco vagamente balsamico che invoglia la beva, oltre a conferire ulteriore gastronomicità. Prima prova col BdN superata alla grande, al netto di un evidente potenziale migliorativo “in vetro”, vista la recente sboccatura. Interessantissimo anche il prezzo, in cantina: attorno ai 20 euro.
- Provincia di Pavia Igt Chardonnay “Blanc” (96/100)
“Blanc” è la “riserva” dello Chardonnay di Tenuta Mazzolino, che commercializza anche un’ottima versione più agile e di pronta beva, chiamata “Camarà”. Il vino affina 10 mesi nelle classiche barrique francesi, di cui un 15-18% è riusultato nuovo, in occasione della vendemmia 2023. Una percentuale che la cantina guidata da Francesca Seralvo e Stefano Malchiodi sta riducendo di anno in anno. Interessante il mix di due legni borgognoni, che conferisce un carattere unico a questo Chardonnay.
Un vino che unisce nervosité, croccantezza, sapidità e cremosa rotondità, dopo aver già convinto al naso con quella splendida vena “fenolica matura”, al netto dell’accetazione dell’ossimoro. Il sorso è materico, elegantissimo, sul frutto perfettamente maturo e su terziari dosatissimi, integrati. Nel rapporto qualità prezzo, “Blanc” travalica non solo i confini italiani, ma anche quelli francesi, posizionandosi ai vertici mondiali della varietà. Un vino, per l’appunto, a cui non serve la “Doc” Oltrepò per essere grande. Uno Chardonnay cittadino del mondo.
- Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC 2021 “Noir” (95/100)
Se Terrazze 2024 convince per la sua agilità, immediatezza e texture, e Terrazze Alte 2023 per la sua immensa autenticità oltrepadana, spogliata di qualsiasi ruvidezza e rivestita d’eleganza – nonostante il tannino sia lì a fare da spina dorsale – “Noir” 2021 è la certezza di casa Tenuta Mazzolino, sin dalla prima vendemmia immessa sul mercato, nel 1985. Alla folle cifra di 17 mila lire. Una scommessa vinta.
“Noir” 2021, altro che Borgogna, è un altro rosso dai tratti che richiamano convintamente il Pinot Nero dell’Oltrepò pavese. Un vino che è splendido nella sua espressione territoriale, elevata all’ennesima potenza grazie a una precisione millimetrica del frutto e a una concentrazione che non ruba terreno a beva ed eleganza (anzi, le esalta). È la sapidità a rinfrancare il sorso, in chiusura. Un vino già pronto, ma con ottime prospettive di guadagnare qualche altro pezzo, nel puzzle della complessità, negli anni a venire.
TENUTA MAZZOLINO
https://www.tenuta-mazzolino.com/
Telefono: +39 0383 876122
email: info@tenuta-mazzolino.com