DAB Dortmunder Export

La bionda “nuda e cruda” della Ruhr

È forse la più famosa rappresentante di un ben definito stile brassicolo (Export, noto anche come Dortmunder, della famiglia delle pale lager) al punto da chiamarsi semplicemente Dortmunder Export. A produrla è DAB, Dortmunder Actien Brauerei, storico birrificio della città di Dortmund fondato nel 1868.

LA DEGUSTAZIONE
Bionda, di quel classico biondo dorato che tutti ci aspettiamo. Schiuma bianca, mediamente fine e mediamente compatta, piuttosto persistente. Non molto intensa al naso dove si presenta floreale e con una leggera nota scura di fondo. In bocca prevalgono le note maltate e morbide. Il luppolo c’è ma il suo contributo amaricante non è eccessivo lasciando prevalere la componente aromatica. Sorso pulito ed una leggera persistenza che richiama le note floreali sentite al naso.

DAB DORTMUNDER EXPORT
Uno stile particolare, nato sulla scia del successo delle bionde Pilsener, cui però i mastri birrai dovettero correggere la ricetta. Se infatti le Pils sono famose per la loro forte luppolatura così non è per le Dortmunder. Motivo? L’acqua. L’acqua della città di Plzen, in Repubblica Ceca, è infatti particolarmente leggera mentre l’acqua di Dortmund, nella Ruhr tedesca, contiene molti più solfati e carbonato di calcio.

La presenza di questi sali minerali accentua le note amaricanti portando così a sviluppare uno stile a se stante in cui il luppolo lascia maggior spazio al malto. DAB è da sempre portabandiera di questo stile producendo la sua Export ancora nel rispetto dell’Editto di Purezza (Reinheitsgebot) del 1516 che prevede il solo uso di acqua, malto e luppolo (ed ovviamene lievito). È stata, inoltre, una delle prime birre industriali ad essere commercializzata non pastorizzata, “nuda e cruda“come da parecchi anni recita lo slogan del birrificio.

® Riproduzione riservata

sostieni winemag.it

Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.

Dello stesso autore

Altri articoli dalla stessa categoria