CETARA – Campania terra di grandi bianchi, ma anche di vini rossi che si stanno facendo largo nel panorama nazionale ed internazionale. L’ennesima riprova ieri a Campania Stories 2019, Anteprima dei vini campani che si chiuderà l’1 aprile all’Hotel Cetus di Cetara (SA), con il banco di assaggio di 90 aziende riservato agli operatori del settore Wine & Food.
Dopo l’assaggio dei bianchi (qui i migliori), ieri è stata la volta dei vini rossi e rosati campani. Spazio anche alle vecchie annate, indietro fino alla 2006. Ecco le etichette più convincenti, sulla base del tasting effettuato rigorosamente alla cieca.
SPUMANTI
Spumante Brut Aglianico 2015 “Gioì”, San Salvatore 1988: 85/100
Color buccia di cipolla, perlage fine e persistente. Naso e bocca corrispondenti, su richiami agrumati precisi, uniti al frutto rosso. Palato di una mineralità calcarea, verticale e scheletrica, tra sale e frutto croccante. Evolverà bene.
ROSATI
1) Terre del Volturno Palagrello Nero 2017 “Rosa Canina”, Vigne Chigi: 88/100
Veste un rosa salmone questo rosé intrigante al naso, tra salino, fiori, frutto rosso e buccia d’arancia. In bocca una scorrevolezza non banale, giocata su note corrispondenti al naso. Un rosato già godibile, che mostra margini di ulteriore evoluzione positiva.
2) Paestum Aglianico 2018 “Vetere”, San Salvatore 1988: 87/100
Rosa provenzale il colore, che richiama la rosa avvertibile al naso. In bocca agrumi e frutto rosso croccante, ingentilito in centro bocca da una vena morbida, avvolgente. Bella chiusura salina.
3) Terre del Volturno Casavecchia Rosato 2017 “Scirocco”, Sclavia: 86/100
Naso floreale, tre zagara e macchia mediterranea. Palato serioso, salino e fruttato, che rivela un buon equilibro tra verticalità e polpa.
4) Aglianico del Taburno Rosato 2018, Fontanavecchia: 85/100
Bel punto di rosa per questa etichetta giocata in maniera corrispondente tra naso e bocca su note di agrumi e sbuffi minerali. Lungo il retro olfattivo, su frutto rosso e sale leggero. Gran beva, agile ma non banale.
VINI ROSSI
1) Igp Campania Rosso 2016 “Terra di Lavoro”, Galardi: 90/100
L’Aglianico campano, esattamente come dovrebbe essere. Per di più con la capacità di risultare al contempo godibile oggi, ma di gran prospettiva. Dopo un ingresso bocca sul frutto, ecco la pregevole chiusura su note di liquirizia dolce e sale.
2) Aglianico del Taburno Rosso Riserva 2010 “Vigna Cataratte”, Fontanavecchia: 89/100
Un rosso che ha davvero tutto, emblema della longevità dell’Aglianico. Lo dimostra non solo un tannino che si deve integrare, ma anche il resto del corredo, fresco, balsamico e verticale. Bella nota di radice di liquirizia in chiusura, unita alla vena minerale.
3) Lacryma Christi del Vesuvio 2011 “Forgiato”, Villa Dora: 89/100
Naso di macchia mediterranea, buccia d’arancia e frutto rosso. In bocca tannino vivo attorno al quale gioca un frutto di bosco preciso, croccante. Chiusura su terziari di cuoio, impreziositi da una venatura salina che chiama il sorso successivo. Vino gastronomico, adatto ad abbinamenti strutturati.
4) Taurasi 2013, Contrade di Taurasi: 88/100
Vino di gran precisione, in tutte le sue componenti. Frutto rosso appena maturo al naso, che in bocca diventa croccante. Palato dritto, verticale, salino e fruttato dosato.
5) Campi Flegrei Piedirosso 2017, Agnanum: 88/100
Primo naso su note di pietra focaia e zolfo netto, che rivelano la caratteristica tipicità del terroir. Al palato corrispondente, con la nota minerale che ben si lega a un frutto croccante e in evoluzione. Chiude benissimo, su una vena salina e un tannino di prospettiva. Vino caratteristico: vino territorio, di quelli rari da trovare a questi livelli.
6) Campi Flegrei Piedirosso 2015, Contrada Salandra: 87/100
Primo naso tipicamente sullo zolfo, poi il frutto. Corrispondente al palato, piuttosto elegante e scalare. Centro bocca fruttato, polposo, che accompagna verso una chiusura salina. La tipicità fatta vino.
7) Costa d’Amalfi Tramonti Rosso Riserva 2015 “Quattro Spine”, Tenuta San Francesco: 87/100
Frutto tendente al maturo al naso, assieme a un bel floreale. In bocca verticale, frutto croccante, mineralità e tannino. Un palato che promette ancora tanto in termini di longevità.
8) Lacryma Christi del Vesuvio 2018 “Munazei Rosso”, Casa Setaro: 87/100
Naso e bocca corrispondenti ed eleganti. Agile al palato, su frutto di bosco. Chiusura tra minerale leggero e tannino. Vino giovane, che non potrà che migliorare nei prossimi mesi.
9) Taurasi 2013, Vigne Guadagno: 87/100
Un Taurasi elegante, giocato sulla verticalità. Non esile, ma dritto, su note d’agrumi, agile e snello.
10) Irpinia Aglianico 2016, Donnachiara: 87/100
Campione didattico, Made in Irpinia. Frutto rosso fresco, croccante, corrispondente tra naso e bocca. Bei richiami di macchia mediterranea e buccia d’arancia. In bocca verticale, serio, frutto e sale in equilibrio. Un vino che ha evidentissimi margini di miglioramento.
[URIS id=31488]
® Riproduzione riservata
sostieni winemag.it
Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.
Dello stesso autore
- È l’ora del Chianti Classico Gran Selezione: 63 vini con punteggi alla cieca
- Liv-ex Power 100 2023: Bordeaux porto sicuro, Italia in bianco e nero
- Cordisco sinonimo di Montepulciano: esulta l’Abruzzo
- Resistente e popolare: l’Oltrepò pavese scopre il Pinot Meunier
- Morto Antoni Mata, presidente di Recaredo
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila (in primis quelli cagionati da haters e “screditatori” seriali). Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia.