AssoBirra: riduzione delle accise e credito d’imposta al consumo per la ripartenza

Le proposte a sostegno della filiera

AssoBirra ha formulato due proposte, una strutturale ed una congiunturale, a supporto non solo del comparto “Birra”, ma dell’intera filiera. Il tutto durante un incontro istituzionale digitale al quale hanno preso parte, oltre al presidente Michele Cason e al vice Alfredo Pratolongo, anche l’onorevole Fabio Melilli, presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Luciano Sbraga, vice direttore generale di Fipe e Luca Paolazzi, partner di Ref Ricerche e Ceresio Investors advisor.

RIDUZIONE DELLE ACCISE
Una richiesta chiara, precisa e strutturale: riduzione della accise. L’accisa è una tassa che incide in maniera significativa su tutta la filiera, che colpisce tutti gli attori – produttori, distributori e consumatori – e che, come sottolinea Luca Paolazzi, è una tassa regressiva che ha un’incidenza maggiore sulle birre più popolari e un peso inferiore su quelle di fascia alta.

Le accise – dichiara Alfredo Pratolongo – sono salite del 30% fra il 2013 ed il 2015 aumentando il differenziale fra i prodotti. Ricordiamo infatti che la birra è l’unica bevanda da pasto sottoposta ad accisa.

Questo ha portato ad una penalizzazione degli investimenti che invece sono aumentati quando le accise erano calate nel 1,7% nel periodo precedente gli aumenti. Occorre una revisione strutturale delle accise per riportare ‘frizzantezza’ ed investimenti nel settore”.

Secondo le stime di AssoBirra una riduzione del 30% delle accise nei prossimi 3 anni sarà compensata dall’aumento dei numeri di vendita. Un aumento dei volumi che porteranno con se nuove entrate per le casse dello stato, sotto forma di Iva ed altri contributi, generando un saldo positivo.

Alfredo Pratolongo – Vice Presidente AssoBirra

CREDITO D’IMPOSTA PER LA “BIRRA ALLA SPINA”
Di natura congiunturale la seconda proposta di AssoBirra: attivare un credito d’imposta per la birra alla spina. Una misura a favore non della produzione della birra ma rivolta espressamente al consumo. Dei 9,0 mld di euro generati dal comparto ben 5,7 sono da ricondursi al canale Horeca, canale duramente colpito tanto dal lockdown della scorsa primavera quanto dalle recenti restrizioni.

La birra – sottolinea Pratolongo – crea valore e può essere un’importante supporto nel momento in cui riaprirà la ristorazione. Ad esempio in Italia si contano circa 120.000 pizzerie, basti pensare al valore aggiunto che la birra ha sullo scontrino medio di queste pizzerie.

Il credito d’imposta per i prossimi 6 mesi, 10 mesi o per un anno sulla birra alla spina porterà un beneficio agli esercizi commerciali dando più marginalità a fronte di un prevedibile calo del numero di clienti, stimolando gli imprenditori a rimanere nel business“.

“In questo momento la Birra sta chiedendo qualcosa che non è per se stessa – conclude il Vice Presidente – ma per i punti di consumo. L’Horeca è il canale che più è capace di remunerare la filiera e la cui chiusura ha penalizzato chi ha investito in qualità e posizionamento del prodotto. Durante il lockdown c’è stato un aumento dell’e-commerce ma che non sostituisce la ristorazione sul valore aggiunto”.

La proposta trova l’appoggio di Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale Fipe, il quale sottolinea come “oltre 130 mila esercizi a novembre non saranno aperti perché svolgono la loro attività prevalentemente la sera o esclusivamente dopo le ore 18, perché mancano i turisti o i pranzi di lavoro”.

Non siamo irresponsabili ma chiediamo il rispetto come imprese. Occorre approcciare il problema dal punto di vista della filiera per stimolare la domanda. Corretto in questo senso ridurre la tassazione”.

LA BIRRA COME MOTORE DELL’ECONOMIA
Come emerge dai dati presentati da Luca Paolazzi, Partner di Ref Ricerche e Ceresio Investors advisor, il comparto Birra è uno dei motori trainanti dell’economia del paese. Un settore che nel decennio 2009-2019 ha segnato un +35% in valore, figlio di un +24% della produzione ed un export cresciuto del 98% a fronte di un calo del 4% dell’import.

Nello stesso periodo il Pil è cresciuto “solo” del 2%, l’attività manifatturiera ha segnato un +16% ed i consumi delle famiglie sono cresciuti dell’1%. La birra cresce e genera valore ad un tasso nettamente più veloce rispetto all’economia del paese.

Proprio questo poderoso tasso di crescita (+5% nel solo 2019 a fronte di un -1,3% dell’intera industria italiana), unito alla grande convivialità tipica dello spirito italiano che la birra porta con se, sono il pilastro su cui AssoBirra formula le sue proposte.

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