“Vino naturale? Terroir e ossidazione non possono convivere”. Parola di Luigi Moio

Il docente di Enologia dell’Università di Napoli è intervenuto ieri al webinar organizzato dall’Oiv

“I produttori di vino naturale devono essere chiari: terroir e ossidazione non possono convivere nello stesso vino”. Parola del professor Luigi Moio, intervenuto ieri in occasione del webinar “Natural Wines: Beyond the Philosophy” organizzato dall’Oiv, l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino.

“A meno che non sia ricercata, come nel caso dei vini fortificati come il Madeira, l’ossidazione è un difetto dei vini. La questione è molto semplice – ha sottolineato il professore ordinario di Enologia dell’Università degli Studi di Napoli – se un produttore sostiene di produrre ‘vini di terroir‘, deve cercare la purezza, intesa anche come assenza di ossidazione, in modo che le qualità del ‘terroir’ si esprimano appieno, senza distorsioni, in occasione dell’analisi sensoriale del vino”.

L’ossidazione è un processo di deteriorazione ed è una caratteristica positiva solo quando ricercata, nei cosiddetti vini ossidativi: solo a quel punto diviene una questione di gusto e consente al consumatore di scegliere ciò che lo aggrada”.

Il professor Luigi Moio ha poi chiarito quale può essere, a suo avviso, la strada per il futuro dei vini naturali. “Per produrre un grande vino naturale occorre un background in scienze come la biochimica, oltre che di enologia. Non si può lasciare che le cose avvengano solo spontaneamente. Il futuro dei vini naturali è questo”.

Il webinar sul tema dei vini naturali è stato organizzato dall’Oiv con l’intento di “sondare un argomento non ancora del tutto esplorato a livello internazionale, senza tuttavia prendere posizioni favorevoli o contrarie al movimento”.

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