Ecco Troy, lo Chardonnay di montagna di Cantina Tramin


MILANO –
Metti nel calice 8 Chardonnay internazionali e prova a “beccare” quello di Tramin. Stile inconfondibile, impresa tutto sommato facile. Anche per chi di cognome non fa “Gardini”. E’ andata più o meno così, martedì pomeriggio, al Vun di Andrea Aprea.

Cantina Tramin ha scelto l’elegante ristorante di via Silvio Pellico, due stelle Michelin nel cuore di Milano, per presentare l’Alto Adige Doc Chardonnay Riserva 2015 “Troy“. L’ultimo gioiello dell’invidiabile collezione della cooperativa di Termeno (BZ), prodotto in 90 Magnum e 3120 bottiglie da 0,75, con un  prezzo medio in enoteca di circa 65 euro.

Carte, pardon “calici”, mescolati sul tavolo per mostrare l’identità montana dell’etichetta Tramin, oltre al suo valore. Alla cieca sono stati serviti Maltendinger Bienenberg Magnum 2015, Gaia & Rey Langhe Chardonnay Dop 2015, Troy Chardonnay Riserva Sudtirol Alto Adige Doc 2015, Cervaro della Sala Umbria Igt 2015, HdV Hyde Vineyard Chardonnay 2015, Chardonnay Mount Eden Vineyards 2013, Chassagne-Montrachet 1er Cru “Les Vergers” 2015, Croton-Charlemagne Grand Cru 2015.

Un’idea, appunto, di Luca Gardini. Che ha condotto i giochi, assieme al kellermaister di Tramin, Willi Stürz e al direttore commerciale Wolfgang Klotz. Se è vero che “Troy”, nell’antica lingua locale, significa “sentiero” – nome scelto da Tramin per evocare il lungo percorso compiuto dalla fondazione, avvenuta nel 1898 – dall’altro la nuova etichetta di Chardonnay è risultata il “cavallo di Troia” del tasting.

LA DEGUSTAZIONE
Giallo oro intenso, naso che spazia dagli agrumi ai fiori di vaniglia, fino al completo sbocciare del carattere alpino e minerale di “Troy”, giocato tra la menta e la liquirizia.

Consueta eleganza al palato, nel pieno stile Tramin: muscoli e cravatta per il rincorrersi di note agrumate ed esotiche mature, bilanciate da gran freschezza e percezioni iodiche eleganti che accompagnano il lungo finale.

Non a caso le uve Chardonnay utilizzate per Troy erano impiegate finora come importante componente della prestigiosa cuvée Stoan.

Le prove per una vinificazione in purezza della selezione sono iniziate nel 2002. Svolta decisiva nel 2014 e prima uscita ufficiale l’anno successivo. I vigneti si trovano in località Sella, sul versante orientale del massiccio della Mendola.

Si collocano tra 500 e 550 metri d’altezza, quindi in posizione più avanzata rispetto a quelli di Gewürztraminer con cui si produce Epokale, il primo vino bianco italiano premiato con 100/100 dalla guida Robert Parker Wine Advocate.

Hanno un’età media di 25 anni e sono allevati in parte a guyot e in parte attraverso la pergola semplice aperta, con pendenze che vanno anche oltre il 30%. L’’esposizione è a sud-est e gode di giornate calde e soleggiate, con forti escursioni termiche notturne e la presenza di correnti fredde provenienti dalle montagne. I terreni sono composti da ghiaia calcarea mista ad argilla.

“Nel nostro territorio – evidenzia Willi Stürz – per molti anni lo Chardonnay coltivato a quote elevate non era apprezzato, a causa della sua struttura esile. Con il passare del tempo abbiamo compreso come le piante potevano trovare il proprio equilibrio e ad avere basse rese in modo naturale, con un minimo intervento di regolazione delle quantità. Questo ci ha consentito di raggiungere i risultati odierni, di cui siamo molto soddisfatti”.

LA SFIDA INTERNAZIONALE

Per la prima edizione di Troy è stata scelta la vendemmia 2015, annata eccellente per i vini bianchi dell’Alto Adige. Durante la raccolta le uve sono state attentamente selezionate, con un controllo acino per acino.

La fermentazione è avvenuta in barrique, dove il vino ha sostato per undici mesi sui lieviti, compiendo anche la fermentazione malolattica. Troy è stato dunque travasato in contenitori di acciaio per un’ulteriore maturazione sui lieviti di 22 mesi. La chiarificazione è avvenuta quindi per precipitazione spontanea prima dell’imbottigliamento.

“Lo Chardonnay – aggiunge Wolfgang Klotz – è la varietà con cui si producono alcuni tra i più grandi vini bianchi del mondo, ma al tempo stesso è anche una tra le più diffuse ad ogni latitudine. Un vitigno che ci fornisce spettacolari esempi di versatilità e che noi vogliamo arricchire con la nostra interpretazione: un’inconfondibile espressione della terra alpina in cui viviamo”.

In tavola si abbina a carpaccio di pesce, salmone marinato o capesante. Troy è perfetto poi con primi piatti saporiti, come un risotto al limone o un tagliolino al tartufo, oppure piatti della tradizione alpina, come canederli ai funghi, Salmerino di Fontana al forno, tartara di vitello o formaggi di capra.

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