Terradesa, esordio con 4 vini Colline Novaresi Doc. Poi 6 Piwi a Cassano Magnago enologo mario falcetti esaluce erbaluce, spanna, barbera, vespolina (1)

Terradesa, esordio con 4 vini Colline Novaresi Doc. Poi 6 Piwi a Cassano Magnago

I titolari della cantina del Varesotto, Erica Battaglioli e Carlo Cioci, hanno presentato ieri la prima vendemmia di Spanna, Barbera, Vespolina ed Erbaluce “Esaluce” ottenuta in Alto Piemonte, a Mezzomerico (Novara). Prime prove di micro-vinificazione sui vitigni resistenti Khorus, Prior, Souvigner Gris, Johanniter, Solaris e Charvir, impiantati nel Varesotto, attese per la vendemmia 2025: saranno vini Ronchi Varesini Igt. L’enologo Mario Falcetti (ex Contadi Castaldi e Quadra Franciacorta): «Produrremo anche spumante».

Certi amori non finiscono. Fanno il giro dalla Franciacorta e poi ritornano. Nel Varesotto, a Terradesa. Erica Battaglioli e Carlo Cioci – moglie e marito, ex impiegata lei; imprenditore del settore dell’informatica, lui – hanno scoperto quasi per caso Mario Falcetti. Cercavano un enologo, che desse sostanza al progetto di una cantina a Cassano Magnago. La prima della cittadina alle porte di Varese, non lontano dall’aeroporto di Milano Malpensa. Una ricerca su Google e la scoperta, a metà tra il fortunato scherzo del destino e la bizzarria dell’algoritmo. Mario Falcetti, che ad Albizzate (Varese) ha vissuto ai tempi dell’università, per poi girare il mondo e trovare una nuova casa a Contadi Castaldi prima, e a Quadra Franciacorta poi – fino alla rottura, nel luglio 2024 – non ci ha pensato un attimo. E ha accettato l’incarico.

Ieri sera, a Busto Arsizio (VA), è andato in scena l’esordio ufficiale della cantina Terradesa, con la presentazione dei primi vini alla stampa e ad alcuni rappresentanti della sommellerie (Onav e Ais) e del settore (enotecari). Non si tratta, per il momento, dei vini di Cassano Magnago, dove sono state impiantate varietà Piwi, vitigni resistenti alle malattie fungine – come la peronospora – e che necessitano di pochissimi trattamenti in vigna (Khorus, Prior, Souvigner Gris, Johanniter, Solaris e Charvir) che non saranno in commercio prima del prossimo triennio, dopo le prime micro-vinificazioni attese in occasione della vendemmia 2025.

TERRADESA: DALLE COLLINE NOVARESI DOC AI RONCHI VARESINI IGT

I vini che presto potranno essere reperiti sul mercato – per un totale di sole 4 mila bottiglie – sono quattro Colline Novaresi Doc, tutti vendemmia 2024. Un bianco, “Esaluce“, ottenuto da uve Erbaluce. E tre rossi. Rispettivamente Spanna, nome col quale viene identificato il Nebbiolo, in provincia di Novara e Vercelli, nell’Alto Piemonte. Un Barbera. E una Vespolina. Le uve provengono dall’appezzamento acquistato nel 2024 da Erica Battaglioli e Carlo Cioci a Mezzomerico, a circa 30 chilometri da Cassano Magnago.

La coppia, desiderosa di vedere subito i frutti del proprio ingresso nel mondo del vino, non si è lasciata scappare l’occasione dell’acquisto di un vigneto di 2,4 ettari, impiantato tra il 2003 e il 2004 e fino allo scorso anno lavorato da Damiano Cavallini, dell’omonima Azienda agricola dei Cavallini di Fara Novarese. Proprio qui è avvenuta la vinificazione delle uve da parte dell’enologo Mario Falcetti, per conto di Terradesa.

I PRIMI VINI DI TERRADESA: TRE ROSSI (SPANNA, BARBERA E VESPOLINA) E IL BIANCO ESALUCE (ERBALUCE)

Sono vini prudenti, i tre rossi d’esordio della cantina. Più di naso, che di bocca. Il frutto, appena sussurrato, lascia intravedere una conoscenza appena avviata col vigneto, da parte di un Mario Falcetti che non è mai stato, prima, enologo dalle mezze misure. Distinguendosi anzi, in Franciacorta, per equilibrio, pur nell’esasperazione di alcuni parametri, non ultima l’acidità e i bassissimi dosaggi. Quello che non manca in Spanna, Barbera e Vespolina è l’ossatura e la classicità di un territorio che fa dei tannini e del sorso asciutto – ed elegante – il proprio marker.

Molto meglio il bianco da uve Erbaluce “Esaluce”, già un faro che dimostra la maggiore attitudine dell’ex enologo di Quadra alle vinificazioni “in bianco”. «Quello di Terradesa è un percorso appena iniziato – ammette con la consueta onestà lo stesso Falcetti – che potrà variare sensibilmente, anche in termini di blend tra uve e di utilizzo dei legni, non appena potrò entrare a pieno regime nel progetto, in cantina, a partire dalla vendemmia 2025». In previsione anche l’introduzione di un altro vino, in anfora.

LA CANTINA TERRADESA E IL PRIMO VINO DI CASSANO MAGNAGO

L’ambiziosissimo progetto di Erica Battaglioli ha tuttavia il suo cuore pulsante a Cassano Magnago. Al momento, in località Valdarno, a 260 metri di altitudine, esiste solo il vigneto di varietà Piwi. Ma la particolarità dei vitigni non è l’unica a rendere speciale la cantina Terradesa. Le viti sono state impiantate in modo tale da disegnare la forma di un esagono: da qui il nome “Terradesa”, come spiegano i coniugi titolari.

Sono 6 gli “spicchi” di terra che insieme compongono lo schema esagonale centrale, con appendici simmetriche ad estendere i diversi settori – 6, per l’appunto – destinati ognuno alle varietà sostenibili e resistenti alle malattie fungine. Due settori sono a bacca rossa. Sono quelli del Piwi Khorus, ottenuto dall’incrocio tra Merlot e viti americane/asiatiche, e del Piwi Prior, che tra i “genitori” ha lo Spätburgunder, ovvero il Pinot Nero. I rimanenti quattro sono occupati da varietà a bacca bianca.

Si tratta di Souvigner Gris (Mario Falcetti pensa di ottenerci un “rosato”, o meglio un vino dai riflessi ramati), Johanniter, Solaris e Charvir. Quest’ultimo ha tra i “parenti” lo Chardonnay e lascia intravedere la possibilità di un ritorno agli spumanti dell’enologo ex Contadi Castaldi e Quadra, a maggior ragione per la possibilità di una cuvée con il Prior. «Sarà molto interessante valutare la qualità di uno spumante Piwi nel Varesotto, a confronto con quelli ottenuti da varietà classiche come Pinot Nero e Chardonnay», chiosa Falcetti.

LA VIGNA A FORMA DI ESAGONO DI TERRADESA A CASSANO MAGNAGO

«Abbiamo disegnato una vigna a forma di esagono – commentano Erica Battaglioli e il marito Carlo Cioci – per dire che ogni dettaglio conta, sin dall’impianto. E non potevamo non partire dai vitigni Piwi, varietà resistenti, sostenibili, plastiche. La nostra è una viticoltura etica. Una scelta etica, sì. Ma anche filosofica. Una sfida lanciata al futuro con rispetto per la terra e ambizione per ciò che ancora non esiste. Che vino nascerà da questa terra? È una domanda che ancora non ha risposta, ma che ci guida ogni giorno. Siamo un progetto in evoluzione: stiamo sperimentando, osservando le uve, lasciando che siano loro a suggerirci la direzione. Forse vinificheremo in purezza, forse daremo vita a un blend irripetibile».

E proprio in questa possibilità risiede il più grande dei privilegi di Terradesa: la libertà creativa. «Quella stessa libertà – spiegano i titolari della cantina di Cassano Magnago – che un tempo guidava i vignaioli del Varesotto, quando ogni famiglia custodiva un filare e ogni collina aveva un suo vino. Una tradizione che il tempo aveva messo a tacere, ma che da qualche anno sta lentamente tornando a farsi sentire, anche grazie al riconoscimento della Igt “Ronchi Varesini”. Mentre la vigna a Cassano prende forma, un angolo di Piemonte ci ha accolti: Mezzomerico, tra le Colline Novaresi, dove coltiviamo vitigni storici di Erbaluce, Nebbiolo, Vespolina e Barbera. Lì la tradizione. Qui, l’innovazione. Insieme, fanno Terradesa».

TERRADESA, VINO RONCHI VARESINI IGT E OSPITALITÀ IN AGRITURISMO

A Cassano Magnago, nei prossimi mesi prenderà forma un piccolo agriturismo con tre camere immerse nel verde, una sala degustazione ricavata nella vecchia Torre e uno shop aperto al territorio. «Un luogo – spiegano ancora Erica Battaglioli e Carlo Cioci – pensato per accogliere, raccontare e condividere ogni passaggio di questo cammino. Non sarà solo un luogo dove si fa vino, ma un luogo dove il vino si vive. Dove ogni dettaglio parla di ospitalità, di bellezza, di autenticità. Un’esperienza che resta, che coinvolge tutti i sensi: dal camminare tra i filari al dormire immersi nei profumi della campagna. Dall’assaggio di un calice nuovo al dialogo con chi, ogni giorno, questo sogno lo coltiva con cura. Un posto che non si visita soltanto. Si sente. E, soprattutto, si ricorda». Prosit.


AZIENDA AGRICOLA TERRADESA
https://terradesa.it/
Telefono: +39 35660912
Email: info@terradesa.it

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