Italgrob: «Occorre una strategia organica per la ripresa dell’horeca»

La Federazione denuncia le criticità del settore in un documento alle Commissioni parlamentari

Italgrob, la Federazione Italiana dei Distributori Horeca, ha sottoposto un documento al vaglio delle diverse Commissioni parlamentari nel quale denuncia, con dati inoppugnabili, le perdite subite dall’intero comparto Horeca, e dai diversi player della filiera, analizzando, inoltre, anche il comparto turistico, settore strettamente correlato al mondo dei consumi fuoricasa. Nel documento sono evidenziate anche le gravose perdite che la crisi pandemica ha provocato nel comparto della distribuzione Food&Bevarage.

«Il mercato della distribuzione food & beverage – si legge nel documento – ha risentito delle chiusure dei propri punti vendita: infatti, nel 2020 il fatturato complessivo dei distributori food & beverage è sceso sotto la soglia dei 10 miliardi di euro, rispetto ai 15,7 miliardi dell’anno precedente, con un crollo del 37,6%. Le perdite complessive sono state quindi pari a 5,9 miliardi di euro».

La Federazione, inoltre, al fine di fornire strumenti utili e ulteriori chiavi di lettura alle Commissioni coinvolte, ha doverosamente riassunto alcuni scenari che si potranno verificare nel post-pandemia. In primis tra il 10 ed il 15% dei pubblici esercizi potrebbe non riaprire o potrebbe chiudere nel breve periodo ed in assenza di interventi sostanziali, il 30-35% dei pubblici esercizi potrebbe fallire entro 12 mesi.

Inoltre, in virtù della scomparsa del turismo business, le strutture ricettive saranno in gravissima crisi ed i contraccolpi finanziari saranno dirompenti anche per gli operatori della distribuzione. I contratti a termine saranno difficilmente rinnovati ed i lavoratori stagionali saranno difficilmente assunti pertanto, dopo la fine della cassa integrazione, il rischio licenziamenti di una parte del personale sarebbe consistente.

Il fallimento delle aziende distributive porterebbe al default del 90% del settore Horeca da esse sostenuto, mentre le aziende di distribuzione stesse sarebbero a forte rischio chiusura o acquisizione da parte di capitali di provenienza illecita aumentando il rischio di infiltrazioni malavitose nel settore.

Le aziende di Produzione, essenziali nell’ambito del comparto Horeca, sarebbero a forte rischio chiusura o acquisizione da parte di capitali esteri, in particolare le piccole aziende che non lavorano con la grande distribuzione. Infine, nel 2020 e nel 2021, vista la crisi dei consumi e il calo dei fatturati, mancherà un’importante quota di gettito fiscale per imposte dirette e indirette.

«Alla luce di tale difficile scenario presentato nel documento sottoposto alle Commissioni – ha dichiarato il Presidente Vincenzo Caso – la Federazione Italgrob ha esaminato punto su punto il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ed evidenziato come alcune delle fondamentali missioni dello stesso piano, siano funzionali al sostegno e al rilancio dell’intero settore del fuoricasa».

«Per ciò che concerne il metodo – prosegue Caso – ci troviamo con le osservazioni già fatte da Confindustria a livello generale: manca una specificità che è essenziale per poter dare, come associazioni di categoria, un contributo essenziale nei singoli capitoli. Confidiamo che il nuovo governo acceleri sul Pnrr quanto prima, in modo da poter parlare di reali contenuti e non di singoli capitoli vaghi».

«Siamo immediatamente disponibili – aggiunge Dino Di Marino direttore generale di Italgrob – ad offrire il nostro supporto e mettere a disposizione il nostro know how nei tavoli di concertazione e confronto tra istituzioni e imprese, nonostante la difficile situazione politica che il paese sta attraversando. Per questo motivo abbiamo anticipato alcuni spunti metodologici affinché il Pnrr possa essere quanto più possibile funzionale al mondo Horeca».

«Per quanto più da vicino ci riguarda – prosegue il direttore – riteniamo necessario avere una strategia e una visione organica per il rilancio del settore Horeca. Inoltre, per ciò che concerne la formazione e la cultura di canale, è indispensabile investire sull’alta formazione di un settore così specifico, che richiede competenze e aggiornamenti continui».

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