Riguarda anche il settore agroalimentare il Dl Pratiche sleali approvato in queste ore dal Consiglio dei Ministri. Non sarà più possibile «imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, come la vendita di prodotti agricoli/alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione».
«Vengono così definitivamente riequilibrati i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali, garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e i produttori», è il commento del Mipaaf. Più in generale, lo schema di decreto legislativo vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare. Sia tra imprese che in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, a prescindere dai rispettivi fatturati dei contraenti.
AGROALIMENTARE: PIÙ TRASPARENZA NEGLI ACCORDI DI FORNITURA
Il Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Icqrf) è designato quale autorità nazionale di contrasto. Sarà deputata all’attività di accertamento delle violazioni delle disposizioni previste.
Un altro incarico per l’Icqrf, dopo il recente annuncio dell’accordo con Amazon, per l’inasprimento dei controlli sulle violazioni dei marchi Dop e Igp italiani. Il Dl Pratiche sleali prevede l’introduzione di un livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea.
NORME COMUNI IN TUTTA L’UNIONE EUROPEA
Comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della conclusione dell’accordo di fornitura.
L’approvazione del decreto Pratiche sleali da parte del Consiglio dei ministri è frutto del recepimento della direttiva europea. È stata proposta dal Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della Giustizia, dell’Economia e delle Finanze e del Ministro dello sviluppo economico.
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