Ddl agricoltura biologica, scontro sulle certificazioni: «La biodinamica non è bio»

Dure prese di posizione di AssoCertBio e della senatrice Cattaneo, ma il testo approvato parla chiaro

Un lotto di 50 corna di bovina adulta per il preparato biodinamico 500 costa 400 euro (fonte: leduetorribio.com)

Dopo l’approvazione alla Camera, passa al Senato il Ddl sull’agricoltura biologica. Non senza polemiche. Sul banco degli imputati la temuta «equiparazione» dei metodi di agricoltura biodinamica e biologica. Una battaglia che pare giocarsi (anche, ma forse soprattutto) sul fronte delle (onerose) certificazioni che regolamentano il settore.

«Un disciplinare privato quale Demeter o altri disciplinari privati che si richiamano al biodinamico non possono essere equiparati tout court al biologico», tuonavano nel 2019 organismi come AssoCertBio, i cui associati rappresentano il 90% del biologico italiano, riferendosi alla filiera del riso.

Una posizione mutata nel tempo: «Il metodo biodinamico e il metodo biologico – riferisce oggi AssoCertBio a WineMag.it – condividono gli stessi principi di base, essendo basati entrambi sulla valorizzazione dei processi e dei prodotti di origine naturale. I preparati biodinamici sono previsti e autorizzati dai regolamenti europei sul biologico nell’ambito dei mezzi tecnici utilizzabili.

In particolare, nel nuovo regolamento europeo 2018/848 che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2022, si fa esplicito riferimento (all’art.3 – Definizioni –  punto 25) ai  “preparati biodinamici” quali “miscele tradizionalmente utilizzate nell’agricoltura biodinamica” e nell’allegato II (Norma dettagliate di produzione di cui al capo III, al  punto 1.9.9) è scritto che è “consentito l’uso di preparati biodinamici».

Il Ddl, del resto, parla chiaro. Il metodo di «agricoltura biodinamica» viene equiparato al metodo biologico «nei limiti in cui il primo rispetti i propri disciplinari e i requisiti previsti a livello europeo per produrre biologico».

In altre parole, le aziende che operano in regime biodinamico, con o senza certificazione Demeter (per avere il marchio è obbligatorio essere certificati biologici), saranno equiparate a quelle biologiche solo se (già) certificate bio. In Senato, la discussione è stata animata dall’intervento della senatrice a vita Elena Cattaneo.

«CORNOLETAME E VESCICHE DI CERVO? È ESOTERISMO»

Tre gli emendamenti proposti al Ddl sull’agricoltura bio, tutti bocciati. «Rimuovere la parola biodinamica dal disegno di legge, come chiedono i miei emendamenti, non impedisce ai produttori di perseguire queste pratiche e ottenere la certificazione di prodotto biologico, ma esplicitare il riferimento al biodinamico in questo testo di legge avrà l’effetto di dare dignità al cornoletame».

Aggiungo anche che si tratta non di equiparazioni tra biologico e biodinamico solo per la parte nella quale il biodinamico mima le pratiche biologiche, ma di una totale equivalenza.

Al punto che il disegno di legge in discussione prevede che una quota di fondi pubblici venga dedicata specificamente alla ricerca scientifica, alla formazione nel settore biologico e, quindi, all’equiparato biodinamico».

«Se quest’equiparazione restasse esplicita (non ci può essere alcun fraintendimento sul suo significato) enti e portatori di interesse potrebbero organizzare corsi e progetti incentrati sull’esoterismo biodinamico con i soldi dei cittadini italiani», ha aggiunto la senatrice Cattaneo.

Sempre secondo l’esponente del Gruppo Per le Autonomie (Svp-Patt, Uv) «grazie ai fondi previsti dalla legge si potrebbero creare attività e istituire insegnamenti, con tanto di crediti formativi, sulla profondità migliore a cui sotterrare le vesciche di cervo». O, ancora, «sulla direzione giusta con cui mescolare il letame o su come meglio orientare la vacca al pascolo perché catturi raggi cosmici».

“La viticoltura biodinamica? Molto più del cornoletame”. Parola di Roberta Ceretto

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